Gli agricoltori non sono gli unici a temere la siccità che si installa durevolmente in Francia. Mentre 26 dipartimenti hanno già preso delle misure di restrizione di acqua, anche il buon funzionamento del parco nucleare potrebbe essere perturbato. Se l'aridità si prolunga, 44 dei 58 reattori situati lungo i fiumi rischiano di essere fermati, minacciando la Francia di black out elettrico, stima l'osservatorio del nucleare in una recente analisi.
I corsi di acqua impongono numerose costrizioni alle centrali. Devono rispettare innanzitutto delle norme di flusso minimale, definite caso per caso, prima di prelevare l'acqua necessaria al raffreddamento delle loro installazioni. EDF sorveglia ed anticipa così costantemente le evoluzioni del debito dei fiumi. Sulla Loira, quando il flusso scende sotto 60 metri cubo/secondo, per esempio in caso di forte calore, le quattro centrali che attingono a pieno regime tra 3 e 10 metri cubo/secondo, devono coordinarsi per mantenere un livello di acqua sufficiente sul fiume.
Secondo l'osservatorio del nucleare, 22 reattori sono così suscettibili di mancare di acqua per potere essere raffreddati, nelle centrali di Civaux (Vienna), Golfech, (Tarn-e-Garonne), Belleville, (Cher), Dampierre (Loiret), Saint-Laurent, (Loir et Cher), Chinon (Indre-et-Loire), Chooz (Ardennes), Cattenom (Moselle),.
Secondo imperativo: le centrali hanno per obbligo di non superare una certa temperatura nei fiumi, situata intorno a 28° C, quando rigettano l'acqua proveniente dai circuiti di raffreddamento. Se questa temperatura è raggiunta, la centrale deve ridurre, addirittura fermare la potenza dei suoi reattori.
Secondo l'inchiesta dell'organismo di vigilance nucleare indipendente, 20 reattori sono minacciati di non potere rispettare le regole di protezione dell'ambiente: nelle centrali di Saint-Alban (Isère), Bugey (Ain), Cruas (Ardèche), Tricastin (Drôme), Blayais (Gironde), Nogent (Aube),.
Infine, le centrali devono assicurarsi di una buona diluizione degli effluenti radioattivi nei corsi di acqua. Sotto un certo debito, per esempio 30 metri cubo/secondo per la Loire, le centrali devono stoccare i loro effluenti dentro a dei teloni il tempo che il fiume si rimette a galla. E, dopo parecchie settimane, se i siti di stoccaggi sono pieni, bisogna fermare i reattori.
Al finale, secondo Stéphane Lhomme, candidato ecologista per 2012 e presidente dell'osservatorio, "un incidente nucleare grave è possibile: anche fermato , un reattore deve essere raffreddato ed una fusione di cuore può prodursisi se il flusso di un fiume è troppo basso per assicurare questo raffreddamento minimale."
Impossibile, ribatte l'istituto di radioprotection e di sicurezza nucleare (IRSN). "occorrono 15 m3 di acqua/ora per raffreddare al minimo il cuore, il che è poco. Anche in caso di canicola, il raffreddamento potrà dunque essere sempre assicurato al minimo . E nelle situazioni estreme, si può portare dell'acqua con altri mezzi", assicura Martial Jorel, direttore della sicurezza dei reattori.
"Il problema causato dalla siccità per le centrali nucleari si pone di più in termini di approvvigionamento del territorio in elettricità in caso di arresto dei reattori, ed è anche ambientale, prosegue. Peraltro, dei problemi ambientalisti possono porrsi. Il rischio è lo stesso che nel 2003 o 2006, il gestore chiede delle derogazioni per superare le temperature massimali di rigetti. Le centrali scaldano allora i corsi di acqua, provocando delle conseguenze per la fauna e la flora."
Fonte: Le monde.
Un grande grazie a Fabienne Melmi per il suo costante impegno contro il nucleare e per la sua collaborazione con Biancheggiando!