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Oggi Teresa Siciliano ci parla di un capolavoro di Elizabeth Gaskell: "Nord e Sud". La nuova civiltà industriale inglese, famiglie avverse l'una all'altra, una storia d'amore tormentata... scoprite perchè leggere questo gioiello della letteratura!
Quando ci troviamo di fronte ai grandi libri ottocenteschi della Austen, delle sorelle Brontë e della Gaskell, il primo rischio che corriamo è quello di ritenerli romanzi storici. Invece le autrici hanno scritto romanzi contemporanei, che noi oggi consideriamo documenti storici. In realtà si tratta inoltre di scrittrici molto diverse fra loro, anche se devo ammettere che la Gaskell ebbe uno stretto rapporto con Charlotte Brontë, di cui scrisse pure una celebre biografia.Ed è proprio la Gaskell l’autrice di veri e propri romanzi sociali, fra cui il suo capolavoro, Nord e Sud. Scordatevi subito i film italiani con questo titolo, dal momento che il Nord in Gran Bretagna era la zona più povera, ma che alla metà dell’Ottocento si stava industrializzando, il sud quella benestante e colta, ma più tradizionalista, dominata dalla piccola nobiltà agraria. Forte è la contrapposizione nel romanzo anche fra l’ambiente di Milton, industriale ed inquinato, e quello di Oxford, all’insegna degli studi classici.Molte lettrici trovano un parallelo fra il romanzo e Orgoglio e pregiudizio, anche se solo per la storia sentimentale: c’è un uomo, John Thornton, che si innamora senza essere ricambiato della protagonista e viene da lei rifiutato. I due hanno una concezione della vita profondamente diversa. Margaret rimpiange i rapporti sociali piacevoli e raffinati, anche se superficiali, dell’ambiente in cui è vissuta, a casa di una zia, e anche la parrocchia in campagna in cui il padre era pastore; soffre per il declassamento sociale ed economico che la famiglia ha subito, quando il padre ha ritenuto di rinunciare alla sua funzione per ragioni strettamente teologiche. John è il tipico self-made man: lasciato orfano, povero ed indebitato, da un padre speculatore, quando era ancora ragazzo, e per giunta con una madre ed una sorella da mantenere, è riuscito, a forza di intelligenza e di duro lavoro, a costruirsi una posizione ed una fortuna nell’industria tessile. È un uomo duro e appare a Margaret insensibile. Solo col tempo capirà di essere davanti ad una persona leale e di buoni principi: pretende dai suoi operai lo stesso sforzo pesante che chiede a se stesso, non è un apostolo né un buonista, tuttavia mantiene sempre la parola ed è capace di aprirsi al punto di vista degli altri e di comprenderlo.La Gaskell rappresenta con grande acutezza la nuova civiltà industriale e in modo particolare le dinamiche sociali: da una parte un padronato che tende a sfruttare fino al massimo gli operai, se possibile anche imbrogliandoli, e magari a puntare sulla speculazione finanziaria, badando solo al guadagno, dall’altra i lavoratori, che vivono in una condizione di estrema povertà e quindi per forza di cose costituiscono un sindacato, cosa all’epoca considerata sovversiva, e organizzano scioperi che possono anche degenerare nella violenza.In mezzo a questo conflitto John e Margaret finiscono su fronti opposti: lei è piena di compassione per le famiglie degli operai, massacrate dalla fame e dalle malattie, a causa delle dure condizioni di lavoro e insieme dell’inquinamento; lui è ben consapevole che il conflitto può travolgere tutti, come infatti avverrà.Forte è la diversità anche delle due famiglie. I padri dei protagonisti lasciano molto a desiderare: di quello di John abbiamo già detto, ma anche Hale, se è certo migliore, è però davvero un po’ astratto dalla realtà e, quasi senza pensarci, sacrifica sua moglie e sua figlia per una pura questione di principio. In forte contrapposizione le due madri: la signora Hale non capisce la decisione del marito, si sente molto infelice a causa del suo cambiamento di vita e naturalmente l’ambiente di Milton non è il meglio per la sua salute (così come quello di Manchester non lo fu per la Gaskell), donde nel suo caso una certa tendenza a piagnucolare. Invece la signora Thornton è dura ed esigente: ammira sconfinatamente suo figlio, per cui sogna un fulgido avvenire, anche matrimoniale, e non capisce come Margaret, povera, determinata e volitiva, che certo non vorrebbe come nuora, possa sprezzarlo e rifiutarlo, quando lui le ha fatto l’onore di amarla. D’altra parte, contemporaneamente, un po’ si vergogna della propria figlia, stupida e superficiale.La situazione verrà in qualche modo sbloccata dall’evolversi dei rapporti sociali verso un grande sciopero, che provocherà miseria, malattia e morte, ma anche la possibilità per John e Higgins, il capo degli operai, di venirsi incontro l’un l’altro e cercare un qualche compromesso.Se mettiamo a confronto il romanzo e la fiction BBC, troppo breve per rendere giustizia a tutte le tematiche del romanzo, vedremo che la Gaskell si guarda bene dal fare di John un babbonatale: per esempio, per ovviare alla fame degli operai, organizza per loro l’acquisto di cibo all’ingrosso e una mensa aziendale che garantisca a tutti almeno un pasto al giorno. Aiuta l’organizzazione e fornisce anche il locale, ma non come beneficenza, bensì in cambio di un affitto modico. Nella fiction BBC, manco a dirlo, invece, lo faceva a titolo gratuito, pur essendo ridotto dal lungo sciopero sull’orlo del fallimento. Invece, sia nel libro sia nella fiction, accetta, quando è invitato, di mangiare con gli operai, come prova di rispetto e di amicizia. La situazione con Margaret si risolverà solo grazie ad un capovolgimento di sorte: mentre Thornton è costretto a chiudere la fabbrica per mancanza di fondi e cerca lavoro, pensando di essere finito, Margaret, rimasta sola, entra in possesso di una grossa eredità dopo la morte del padrino. Potrà quindi per amore mettere a disposizione un finanziamento, che permetterà loro di riaprire l’azienda e sposarsi. Indimenticabile il finale:
“Come farò a dirlo alla zia Shaw?” sussurrò dopo un momento di squisito silenzio.“Lascia che sia io a parlarle.”“Oh, no! Spetta a me, ma che cosa dirà?”“Posso già indovinarlo. La sua prima esclamazione sarà: ’Quell’uomo!’ ”“Ssh!” disse Margaret, “o dovrò provare a mostrarti l’espressione indignata di tua madre mentre dice: ‘Quella donna!’ “.
Come già nei Promessi sposi, trent’anni prima, finale lieto, ma senza idillio.
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