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L’anima di un posto: a Cerro di Laveno, a rendere omaggio all’ultimo pescatore…

Creato il 26 novembre 2014 da Bloggirl

Questo non è un post di viaggio. E’ un post in memoria dell’”ultimo dei pescatori del lago”, Giorgio Levati, morto un paio di settimane fa a 73 anni con sua nipote Adriana (16) per una frana che si è staccata da una collina a Cerro di Laveno, in provincia di Varese.

Cerro di Laveno è un borgo minuscolo, una frazione affacciata su uno degli angoli più belli del lago Maggiore, dove il piccolo porticciolo, che oggi risente ancora dall’innalzamento del livello del lago delle ultime settimane, vede ancora oggi pescatori e proprietari di piccole barche armeggiare con le imbarcazioni e poi prendere il largo, verso il centro del bacino e poi più in là, verso la nebbia, dove non li si vede più.

Il signor Levati aveva 73 anni ed era uno degli storici pescatori di quel posto. In questi giorni tutti lo hanno chiamato “l’ultimo dei pescatori del lago”. A un certo punto della sua vita aveva lasciato il suo lavoro in un calzaturificio per dedicarsi alla pesca, conosceva ogni onda e con la sua barca aveva sfidato e dialogato con il suo lago in ogni condizione atmosferica. A 70 anni era andato in pensione, vendendo la licenza e la sua barca a un ragazzo più giovane, ma lo sguardo era sempre li, su quell’acqua.

 
Al suo funerale c’era tutto il paese, che è rimasto chiuso per lutto cittadino in un’atmosfera irreale per tutto il giorno, in una piazza che ha conservato il suo fascino di un tempo e i suoi abitanti un senso di unione raro.
Il luogo certo è bellissimo, e se vi interessa saperlo si, ci sono molte iniziative che coinvolgono il bel lungolago (lungolago Perabò), costeggiato da ville, acqua, tanto verde e un bel chiosco. Attorno piccoli bar, negozi pittoreschi, una locanda, testimonianze del legame di quelle case colorate con la pesca.
C’è anche una scuola di vela, e in estate organizza camp estivi dove i ragazzi possono vivere di acqua e di sole.

 

Potete visitare il cinquecentesco Palazzo Perabò dotato di uno splendido doppio chiostro di deambulazione recentemente restaurato, e il suo Museo della Ceramica.E’ una comunità viva e genuina, non lo fa per “turismo”, ma per chi vive nei dintorni, e la differenza si vede.
Ma certi posti vanno vissuti per la loro essenza e per le persone che li popolano. Ed ecco se avrete mai l’occasione, fate un salto a Cerro di Laveno. E’ un borgo bellissimo, ha tanto da mostrare.
Ma quando andrete, guardando il lago, dedicate un pensiero a Giorgio, l’ultimo pescatore.


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