Magazine Per Lei

L’anima gemella

Creato il 10 luglio 2013 da Lucrezia Paci @lucreziaholly

Chicche & caffè – Il caffè fatto di chicchi… e chicche

A luglio Milano inizia a svuotarsi lentamente. I bar sono meno pieni e i camerieri non ti guardano più male quando continui a chiacchierare al tavolo dopo aver consumato.

Ieri sono stata per un’ora e mezza a parlare con una mia amica di Bergamo, che aveva bisogno di sfogarsi dopo la rottura della sua ultima relazione. “Era perfetto. Non mi sembrava vero di aver trovato finalmente un uomo che mi coinvolgesse così.”

“Eh, immagino.” – le dico, con un tono già vagamente ironico.

“No, davvero Lu. Credevo che fosse la mia anima gemella!

Ahia. Questa storia dell’“anima gemella” è ormai familiare.  Funziona più o meno così:

1 – lo incontri per caso (“il destino ci ha fatto incontrare”)

2 – te ne innamori per sbaglio (“si vede che lui ci tiene a me”)

3 – lo lasci per un motivo valido (“non so come ho fatto a star dietro a una persona del genere”)

Sapevo che lei era alla fase 2 nel suo racconto, così ho guardato il cameriere con un’aria di conforto.

Intuivo anche che il peggio doveva ancora arrivare.

La denigrazione. “Un bugiardo. Mi ha tradito ripetutamente. Secondo te come potevo immaginarlo?”

“Una donna in fondo certe cose se le sente addosso. E’ che a volte non vogliamo sentirle…” - le faccio.

“Forse. Non lo so. Anzi no. Ci saresti cascata anche tu.”

Era chiaro che voleva esularsi dal senso di responsabilità e dare tutta la colpa a lui. Ancora per poco.

“Probabile, chi lo sa!” – rispondo prima di chiederle – “E come hai scoperto che ti tradiva?”

“Tornava sempre tardi la sera. Accampava come scusa quella del lavoro. Ma in fondo temevo che non fosse così… Una sera gli ho fatto una scenata, inventandomi che avevo letto i suoi sms sul cellulare, mentre gli dicevo che sapevo che c’era un’altra.”

“E lui cosa ha fatto?”

“Ha abbassato la testa. Mi ha detto che aveva provato più volte a dirmelo ma che, ogni volta, ci ripensava perché non voleva farmi soffrire.

Mi sembrava parecchio arrabbiata. E, quando una donna (fosse anche la migliore amica) è in preda alla rabbia, meglio sorriderle e starle vicino facendola continuare a parlare…

“Credevo che fosse la mia anima gemella, si. Non volevo vedere come stavano le cose. Volevo continuare a crederci. Poi per fortuna mi è passata.

Di solito l’espressione “mi è passata” si usa parlando di febbre, ma va bene così. Tempo qualche settimana di convalescenza e lei si sentirà già meglio. In fondo il mito dell’ “anima gemella” è un po’ come quello degli “orecchioni“: una volta che lo hai superato, ti togli il pensiero per sempre!

Al prossimo caffè. Ormai shakerato.

Lucrezia Holly Paci


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