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L’anno che si vide i mondiali al maxischermo di Riccardo Lorenzetti, terza posizione nella sezione D del Concorso Oubliette 03

Creato il 18 febbraio 2013 da Alessiamocci

 In principio era la radio, poi arrivò a televisione. E con quella la condivisione entusiastica e ingenua dei grandi appuntamenti sportivi, che fossero anello della catena: è quello che pende di peso il cosiddetto evento e lo trasporta in piazza, con la gente che diventa follia e la gioia che diventa delirio.

L’anno che si vide i mondiali al maxischermo di Riccardo Lorenzetti, terza posizione nella sezione D del Concorso Oubliette 03Un incipit che non lascia scampo! Un progresso che non ha lasciato scampo a noi tutti. I benefici della radio e della televisione li conosciamo tutti: l’unificazione della lingua statale e la possibilità di vedere eventi lontani spazialmente. Un racconto che vuole mettere a confronto la tecnologia, lo sport e l’individuo.

L’anno che si vide i mondiali al maxischermo” di Riccardo Lorenzetti si aggiudica la terza posizione nella sezione D (racconto) della Terza Edizione del Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 03” promossa dalla web magazine artistica Oubliette Magazine.

“L’anno che si vide i mondiali al maxischermo” è un racconto teatrale a due voci, ha una verve surreale che cade anche piacevolmente sul genere ironico/sfortunato. Personaggi che interagiscono con un mondo che sta cambiando le abitudini e le ideologie. I protagonisti sono persone semplici che si cibano di sport nelle loro vite un po’ maldestre, senza il porsi troppe domande sulla quotidianità.

Io rifletterei sul fatto che, primo il maxischermo ce lo noleggia gratis la federazione… Secondo, senza maxischermo si rischia davvero di far un buco nell’acqua. Metti che l’Italia va in finale.

Siamo nel 2006, Libero Taddei ed i suoi eroi pretendono che la Festa dell’Unità sia, com’è sempre stata, un occasione per stare all’aria aperta e nelle piazze per continuare un discorso di socializzazione e di confronto che da tempo avevano intrapreso. La contesa sta proprio nel maxischermo e nel suo utilizzo durante la festività nazionale.

Politica, Pro-Loco, Parrocchia ed ideali spingono il racconto verso un viaggio nei meandri dei gretti comportamenti umani, nelle sfaccettature dello stile economico che l’Europa ed il Mondo ha intrapreso. Ma la contestazione maggiore è sullo stile di vita intrapreso dagli italiani durante i mondiali; uno sport che diventa così rilevante tanto da fermare paesi e città, i cui volti sono quasi addormentati su un pallone che rotola da una porta all’altra.

Nei tre giorni che separarono la semifinale dalla finale, l’Italia si fermò. Letteralmente. Diminuirono gli omicidi, i suicidi, gli incidenti d’auto, i morti per droga. Diminuì la disoccupazione, l’inflazione, il tasso di sconto, il rapporto Deficit-Pil. […] Si parlò, e molto, di quello che aveva detto Cannavaro, di quello che aveva fatto capire Materazzi, di quello che aveva pensato Buffon.”

Lo stile ironico e la caratterizzazione dei personaggi conferiscono una piacevole lettura a “L’anno che si vide i mondiali al maxischermo”, una lettura che apre la porta a diversi excursus sulle associazioni umane e sui loro interessi che rispecchiano, quasi sempre, l’abbandono dei principi innegabilmente umani.

La domenica arrivò con la frenesia e l’eccitazione che si prova la mattina del giorno del congedo quando si fa il militare. In piazza, fin dal primo mattino, c’era un andirivieni inconsueto… tutti con la Gazzetta dello Sport sotto braccio, anche quelli che la Gazzetta dello Sport non la compravano mai, e tutti con il pensiero fisso alle nove di sera…

Congratulazioni a Riccardo Lorenzetti per l’ottimo risultato.

Link diretto finalisti del Secondo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 03” QUI

Written by Alessia Mocci

Continuate a seguirci: in arrivo il bando della Quarta edizione del Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 04″.

Per i vincitori della Prima Edizione del Concorso “Oubliette 01″ clicca QUI.

Per i vincitori della Seconda Edizione del Concorso “Oubliette 02″ clicca QUI.


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