Magazine Economia
Non capisco proprio chi continua ad esercitarsi in intuitili dibattiti sulla crescita dell'Italia che, nel 2015, secondo gli osservatori più ottimisti, potrebbe oscillare intorno allo 0,5%. Salvo poi assistere a continue rivisitazioni al ribasso delle stime di crescita, proprio come avvenuto negli ultimi anni. Vi dirò di più. Spariamola grossa, ma proprio grossa: diciamo che si potrà arrivare allo 0,7/0,8%. Sapete? C'è il petrolio a 55 dollari; c'è Draghi che comprerà i titoli di stato di paesi falliti; ci sono gli Usa che crescono del 5% (?) e poi c'è l'Expo.
Mettiamoci anche che si attenuino le varie crisi in giro per il mondo e che quindi si crei un contesto più favorevole per la crescita globale. Non consideriamo le tensioni in Ucraina, quelle nello scacchiere mediorientale, e diciamo che, alla fine della fiera, la crisi del rublo e la recessione in Russia non impatteranno più di tanto sulla crescita dei paesi dell'est Europa e quindi su quella di tutto contesto europeo. Diciamo anche che venga disinnescato il rischio derivante dalle elezioni in Grecia. Trascuriamo il fatto che il deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro vanificherà (almeno in parte) il calo del prezzo del petrolio, e che comunque si assisterà ad un aumento delle esportazioni per via dell'euro più debole. Trascuriamo anche il rallentamento della crescita cinese e che, da quelle parti, riescano a contenere lo scoppio della bolla immobiliare e a disinnescare i rischi sistemici derivanti dal sistema bancario ombra. Tralasciamo anche i danni subiti dai paesi emergenti per via del deflusso dei capitali quale effetto all'apprezzamento del dollaro e delle attese per una fase di rialzo dei tassi d'interesse statunitensi che, vogliamo darlo per scontato, non inciderà sulla crescita degli Usa, che quindi rimarrà sostenuta. Lasciamo anche da parte il fatto che il crollo dei prezzi del petrolio impatterà sulla redditività delle società statunitensi dello shele oil e che quindi, queste, riusciranno ad onorare i propri debiti. Mettiamola assai facile e diciamo che la crescita italiana si avvicinerà all'1% (sognatevelo).
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