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L’anomalia diventa normale

Creato il 04 maggio 2013 da Albertocapece

L’anomalia diventa normaleAnna Lombroso per il Simplicissimus

“Dimenticare le appartenenze per lavorare insieme”. L’oblio dei principi, dei valori e degli ideali, pare sia diventato sistema di governo per assicurare i dissennati destini del neo consociativismo e per depurarlo anche della più remota lealtà a idee ispiratrici, agli obblighi della fedeltà alla rappresentanza di interessi collettivi, alla devozione al patto sottoscritto con elettori e cittadini.
Si, adesso si possono dimenticare le appartenenze, almeno fino alla prossima spartizione: una volta sistemati famigli e familiari, delfini e cadetti, soci e commercialisti, avvocati e sbriga faccende, una volta appagate ambizioni e pagati debiti di gratitudine, ci si può finalmente spogliare delle divise, metterle in naftalina fino alle prossime elezioni, da svolgere magari con quel vecchio sistema che in fondo si è mantenuto per tanti anni come il conflitto di interessi, come leggi confezionate per salvare il socio eternamente di maggioranza, come l’elargizione di diritti televisivi cui far corrispondere l’erosione dei nostri diritti.
Largamente responsabili della crisi, ne raccolgono i frutti e la impiegano come un’utile motivazione, lo spauracchio della necessità, per creare uno stato di perenne emergenza che giustifichi misure straordinarie, autorità speciali e dispotiche, repressioni e reprimende della critica, cancellazione di garanzie e uso arbitrario della giustizia così come dalla carta costituzionale.

Qualcuno ha detto che per normalizzare l’anomalia, per dare un’apparenza d’ordine al caos e cercare di mettere pietose bende alle ferite del paese era necessario incorporare Silvio Berlusconi e il suo partito personale in un’unica, totalitaria maggioranza politica di governo guidata dalla forza che ne avrebbe dovuto costituire l’antitesi morale, consegnando l’opposizione a quella che ci si accanisce a definire l’anti-politica, ma che in realtà è critica legittima alle degenerazioni delle quali questa maggioranza è incarnazione simbolica.
La verità invece è che è stato il caimano, ormai invulnerabile per la mancanza di antagonisti, a inghiottirsi un Pd tramortito e abbattuto definitivamente , che si è condannato a una perenne e ammirata sudditanza, e che perpetua l’anomalia legittimandola e aprendo la strada alla sua regolarizzazione mediante quella breccia nella democrazia che chiamano Convenzione, quel definitivo annullamento del ruolo del parlamento e della sovranità popolare, confermando la superfluità delle elezioni.

A Berlusconi è stato dato ancora una volta potere di vita e di morte del governo: chi doveva essere investito del compito di contrastarlo ha invece scelto di stare ai suoi comandi, sperando di salvarsi comunque, come hanno fatto i suoi lacchè ribelli ad intermittenza. Ma nel rimuovere l’appartenenza, hanno tutti dimenticato anche più di 13 milioni di astenuti e di schede bianche o nulle 8 milioni e mezzo di “grillini”, circa metà del Paese che è un giacimento in ebollizione di malcontento che l’antica Dc avrebbe potuto disinnescare, il Pci ascoltare, un Parlamento non del tutto esautorato rappresentare.
E’ un governo che deve dimenticare le appartenenze, che ricorda di essere ricattato, che deve rammentare di essere debole, perché, con buona pace del suo premier, è solo un Golia, assediato.


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