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L’ansia da scuola, come fare

Da Chiara1977 @BimboWebnet

L’ansia da scuola, come fareLa scuola è ormai iniziata ma sono molti i bambini che, ogni mattina, vengono presi da crisi di pianto e di ansia perché vogliono restare a casa. Questa situazione riguarda non soltanto gli scolari che frequentano i primi anni delle elementari ma anche i più piccoli che, per la prima volta, si recano all’asilo o al nido. Le manifestazioni di rifiuto sono fra le più varie: nervosismo,pianto, disperazione e perfino tentativi di cercare di un nascondiglio.

La fobia della scuola è molto diffusa e per superarla, i genitori devono fare squadra con le maestre e gli insegnanti. In alcuni casi, i piccoli somatizzano la loro frustrazione e arrivano a manifestare sintomi fisici di vario tipo, come vomito, febbre o forte mal di testa. Per capire se si sia, o no, davanti ad un caso di ansia da scuola, e quindi da separazione dalla famiglia, è possibile osservare il comportamento del piccolo durante il fine settimana. Infatti, la prospettiva di stare a casa lo tranquillizza fermando, contemporaneamente, tutte le manifestazioni ansiose sia psicologiche che fisiche.

In questa situazione gli adulti devono cercare di spronare i piccoli, facendo leva sulla possibilità di imparare cose nuove, giocare e avere tanti compagni con i quali divertirsi. E’ importante cercare di capire quali siano, nello specifico, gli elementi che spaventano il bambino e perché. Se la situazione non dovesse migliorare o gli insegnanti dovessero segnalare un calo del rendimento scolastico o atteggiamenti preoccupanti, è consigliabile chiedere l’intervento di figure qualificate, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, indispensabili per facilitare l’inserimento del piccolo e contribuire a rendere l’esperienza della scuola positiva.

L’ansia della scuola può essere combattuta supportando il bambino ed aiutandolo a vincere le sue paure; ecco perché viene suggerito di continuare a mandarlo a scuola, evitando che accumuli troppi giorni di assenza; infatti, mancare significa non soltanto restare indietro da un punto di vista della formazione ma anche alimentare lo scollamento fra il piccolo ed il resto della classe.


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