di Stefano Sandrelli
Tullio Regge è stato una persona eccezionale.
Tullio Regge, dalla copertina del libro “l’Infinito cercare”, edizioni Einaudi.Non soltanto per i risultati che ha raggiunto nella fisica, ma anche per il suo ruolo pubblico: mi riferisco al suo impegno politico da parlamentare europeo (è stato collega del presidente Napolitano nelle file del PCI, sia pure come indipendente), ma anche alla sua sensibilità sociale, specialmente per i diritti dei disabili. Mi riferisco anche al fatto che sia stato uno dei primi scienziati italiani a fare divulgazione ad altissimo livello e ottenendo una enorme riconoscimento da parte del pubblico.
Il suo eclettismo e la sua curiosità lo hanno portato a cimentarsi nell’arti visuale (uno dei primi esempi di arte digitale), nella fantascienza (è rimasto celebre un suo scambio con Borges) e persino nel design: la poltrona detecma, colorata e modellata secondo una curva che si chiama ciclide, che Tullio ha progettato negli anni ’70, è oggi esposta in importanti musei di arte moderna. Amava infinitamente la musica e la sua amicizia con Berio ne è testimonianza.
Ma uno dei gesti più significativi e importanti di Tullio, a mio avviso, è stata la sua volontà – dopo oltre vent’anni a Rochester e a Princeton, negli USA, di tornare in Italia subito dopo aver ottenuto il Premio Einstein (nel 1979), come vero e proprio atto d’amore e di fiducia per il Paese.
La scienza
Tra i contributi fondamentali:
Il calcolo di Regge è un metodo per semplificare le equazioni della Relatività Generale utilizzando gli elementi geometrici (spigoli, vertici ecc.) dello spazio-tempo, che ne condensano le proprietà di curvatura. In pratica lo spazio-tempo viene piastrellando con le facce di una serie di poliedri.
I poli di Regge, uno strumento fisico-matematico che hanno trovato molte applicazioni nella fisica delle interazioni forti e nella formulazione delle varie teorie di stringa.
Andando sul personale
Mi sono trovato di fronte un’altra persona: un’ironia straordinaria, una perenne voglia di scherzare, di giocare, di conoscere e di capire. E una grandissima umiltà: una persona che porta le proprie doti con naturalezza, impegnandosi in quel che gli interessa con quella stessa cura e accanimento con il quale un bambino fa un disegno o colora una figura. Con soddisfazione, felicità per esserci riuscito, ma senza autocompiacimento accademico, piuttosto con una certa dose di ironica sorpresa.
E intervistando una ventina di suoi amici e colleghi ho avuto la conferma che questo è sempre stato uno dei suoi tratti emergenti, oltre alle doti straordinarie che tutti gli riconoscono e l’instancabile capacità di scherzare. Il ritornello dei premio Nobel mancato torna in tutte le interviste che ho realizzato di supporto all’autobiografia. È un vezzo piuttosto di moda dire di un collega che “meriterebbe il premio Nobel”, ma nel caso di Tullio viene detto con altra profondità. Tutti hanno sottolineato come non abbiano mai conosciuto qualcuno con doti paragonabili alle sue.
E, infine, Regge è anti-tutto ciò che nuoce alla salute e annebbia il pensiero, fumo compreso. Ma non soltanto fumo.