Oggi fa caldissimo. Così dicono tutti i giornali e la tv, arriva una massa di aria calda da sud e fa caldissimo e non ricordo però se era oggi o domani, ma se ne parlano tutti probabilmente ho ragione io. E i ragazzi seduti intorno ai tavolini fuori dal bar che chissà perché è noto come un ritrovo gay, sarà per il nome del locale che in effetti richiama l’idea che gli eterosessuali hanno del tempo libero dei gay, confermano tra loro che fa caldissimo durante una conversazione divertita. Un pour parler accompagnato da copie di riviste sventolate sotto il mento. E le loro bermuda dai colori vistosi unite a infradito discutibili sono la conferma che non si tratta di un’opinione dettata dall’informazione ufficiale. Quella sul tempo che fa, intendo. Tanto che anche le signore dai capelli bianchi che hanno la stireria di fronte si lamentano con un loro cliente, uno di quelli che si cambiano camicia con le iniziali tutti i giorni e le portano lì a farle lavare e stirare per dieci euro a capo. Ma è evidente che la temperatura lì dentro non fa testo, mentre stiri fa sempre caldo con tutto il vapore misto al profumo dell’ammorbidente che ti sale verso il naso. Ma va così, arriva l’aria calda dall’Africa ed è il caso di ricordarselo qualora ci si sentisse sprovveduti. Il cliente si allontana impugnando un mazzo di appendiabiti con altrettante camicie tutte uguali reggendole dal gancio senza pagare, lascia la porta aperta perché fa caldo, probabilmente salderà il conto a fine mese staccando un assegno con una cifra considerevole. Uno dei clienti migliori.
E che fa caldissimo lo dici anche tu mentre attraversi il cortile con la tua amica, quella che sembra anoressica tanto è smunta e quando indossa i jeans stretti come vanno di moda ora tra una gamba e l’altra c’è abbastanza spazio da vedere chi c’è dall’altra parte. Le dici che stamattina fa caldissimo con un tono di voce che si sente fino qui prima di separarti da lei e salire in ufficio, dove come prima cosa chiedi al collega che ha un’evidente cotta per te se ha finito di prepararti il tuo portfolio su dvd fatto con un programmino per slide show interattive che ha sviluppato ad hoc di sua iniziativa. E certo, la risposta non può che essere affermativa. Lui estrae dalla borsa Eastpak il dvd master rosa comprato appositamente senza la serigrafia della marca e tu noti subito che il tuo galoppino abituato ad archiviare dati asettici su supporti materiali ha marcato la conclusione di quel progetto imbrattando la superficie del dvd scrivendo il tuo nome sopra con un pennarello di quelli che si usano per scrivere indelebilmente sulle superfici difficili come la plastica dei dvd e tu, malgrado poi quello che c’è masterizzato sopra sia frutto di fatica gratis e notturna svolta solo con l’evidente scopo di compiacerti, ti incazzi perché quella superficie di plastica rosa doveva restare immacolata per essere ospitata dentro un booklet in nuance con il resto della confezione. Lui si giustifica imbarazzatissimo per la gaffe fatta inavvertitamente e con tutte le buone intenzioni e ha la fronte imperlata di sudore, perché fa caldissimo e la massa d’aria dal sud doveva arrivare domani e siamo tutti vittima di un errore di stima dei meteorologi. E comunque io tutto questo caldo mica lo sento.