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L’ apocalisse di un padre e un figlio

Creato il 02 giugno 2010 da Dylandave

L’ apocalisse di un padre e un figlio

- The Road – 2010 – ♥♥♥ -

di

John Hillcoat

Non si sa molto bene da cosa il mondo sia stato distrutto nel The Road di Hillcoat (tratto dal romanzo del noto Cormac McCarthy, quello di Non è un paese per vecchi). Un lampo di luce, una tempesta radioattiva o una guerra nucleare hanno avvolto il mondo nell’ oscurità e i pochi sopravvissuti sembrano avere un’ unica preoccupazione per sopravvivere: trovare del cibo per nutrirsi. I protagonisti sono un padre ( Viggo Mortensen)  e un figlio che sono ridotti a una vita nomade , costretti ad affrontare coloro che sono ridotti al cannibalismo, con solo due proiettili in canna alla loro pistola e la forza del loro amore. Il padre nutre il figlio giornalmente con i ricordi del mondo “a colori” che non c’è più così da far imparare al ragazzo cosa sia giusto o sbagliato in quel nuovo surrogato di vita. The Road non è il solito film apocalittico e lo si vede fin dalle prime sequenze. Certo la fotografia dai toni grigi e cupi e la recitazione mai sopra le righe e quasi sempre sussurrata sono le caratteristiche che maggiormente ci fanno capire che non siamo davanti ad un film fracassone sulla fine del mondo. Gran parte del lavoro lo fa già da solo il romanzo di McCarthy, che vanta già un’ ottima abilità nel descrivere gli avvenimenti dei suoi romanzi in maniera cinematografica con dialoghi ridotti all’ essenziale e senza ricercare ad ogni costo termini letterari. In questo scenario apocalittico sembra esserci una netta distinzione tra uomini buoni e uomini cattivi ma questa soglia non è di facile riconoscimento e pone i due protagonisti ad aggrapparsi al loro amore reciproco, spesso essendo anche prevenuti su coloro che incontreranno lungo il loro cammino. In un mondo che sembra ormai ridotto all’ espressione di ogni tipo di negatività i due personaggi ci insegnano che si può ancora donare la vita per amore e che non bisogna mai arrendersi alle apparenze di una società che va alla deriva. I flashback sul mondo pre-apocalisse sono sporadici, ma mettono ben in contrapposizione, con le tonalità fotografiche, la differente situazione psicologica dei personaggi. Il film in America è rimasto fuori dai noti circuiti mainstream, forse perchè troppo metafisico ( la contrapposizione tra Bene e Male è il filone portante di ogni situazione che il padre e il figlio protagonisti vivono) e realistico al tempo stesso, essendo una pura riflessione sulla diversità dell’ indole umana e su come ogni forma di distruzione (che sia la guerra o il disastro nucleare non importa)  conduca comunque l’ uomo alla disfatta sociale e umana. L’ unica cosa alla quale aggrapparsi sembra appunto l’ amore e i ricordi. Quel “fuoco che brucia dentro” che il bambino nel finale ci esorta a trovare dentro ognuno di noi e al quale il padre lo ha educato, lungo il loro cammino di solitudine e speranza. Il finale lascia infatti spazio a questa speranza, nonostante il dolore della perdita di tutto quello che si aveva. Un’ ottica diversa sulle catastrofi ci voleva proprio dopo tantissime uguali “albe del giorno dopo”.

L’ apocalisse di un padre e un figlio

( L' amore di un padre nella disperazione)
L’ apocalisse di un padre e un figlio
( Fidarsi degli sconosciuti? Forse è l' unica speranza)

Archiviato in:2010, Drammatico

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