Sono già oltre 32mila le firme raccolte in tutto il mondo da savecanarias.org, una campagna appena presentata a Madrid per salvare le isole
Canarie dalle esplorazioni petrolifere di Repsol. Partecipano numerose
amministrazioni pubbliche canarie, oltre 50 fondazioni, collettivi sociali e
ONG presenti in 200 Paesi. "Le isole Canarie sono fermamente contrarie
alla realizzazione di queste esplorazioni. E' davvero difficile trovare qualcosa
che unisca così tante persone come tutti i partecipanti a questa campagna" ha
detto il Presidente del Governo dell'arcipelago Paulino Rivero.
Il 51% del PIL di Lanzarote e Fuerteventura, due delle principali isole
dell'arcipelago, proviene dal turismo, ma è facile immaginare cosa succederà se ci fossero eventuali pozzi
petroliferi al largo delle loro coste. Per non parlare delle catastrofiche conseguenze sull'economia e sugli ecosistemi dell'arcipelago, nel caso di un disastro ambientale causato dal petrolio.
L'appello da firmare si trova su savecanarias.org, al link già indicato, c'è anche in italiano ed è
diretto al Presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, al Presidente
della Commissione Europea José Manuel Durao Barroso, al Presidente del Governo
spagnolo Mariano Rajoy, e, per conoscenza, al Presidente di Repsol Antonio
Brufau, al CEO di RWE Dea Energy Peter Terium e al Presidente di Woodside
Michael Chaney. Per firmarlo è sufficiente lasciare la propria email, insieme a nome, cognome e Paese di provenienza.
In italiano è il seguente: "Gentili signori, sono venuto/a a conoscenza
del fatto che il Governo spagnolo ha approvato, nel marzo 2012, l'inizio delle
operazioni petrolifere nell'Oceano Atlantico, al largo delle isole Canarie. Mi
risulta anche che la zona di perforazione sia localizzata a soli dieci
chilometri dalle principali spiagge dell'isola di Fuerteventura, e a diciotto
chilometri dall'isola di Lanzarote, entrambe dichiarate Riserva della Biosfera
dalle Nazioni Unite.
Le isole Canarie costituiscono una delle destinazioni
turistiche più importanti al mondo, e ricevono ogni anno oltre 12 milioni di
visitatori che possono godere delle spiagge, della natura, del clima, dei
paesaggi, nonché della cultura e dell'ospitalità locali. Ho saputo che le
perforazioni potrebbero essere intraprese a oltre 5000 metri di profondità,
sotto un fondale marino in acque ultraprofonde, a più di 1500 metri dalla
superficie del mare. In particolare, in questo fondale si registra un'intensa
attività sismica, incrementando il livello di rischio, in un luogo dove il 100%
dell'acqua potabile si estrae dal mare. Una marea nera come quella verificatasi
nel Golfo del Messico nel 2010 sarebbe dunque catastrofica per milioni di
persone e per il futuro dell'Arcipelago. E nessuna delle otto isole Canarie
sarebbe al sicuro qualora si produca un grande versamento nella zona.
Questo arcipelago di appena 7000 kmq ospita oltre 19000
specie di fauna e flora, delle quali 5000 sono uniche al mondo e vivono solo in
queste isole; inoltre le Canarie vantano quattro parchi nazionali, e più del
47% del territorio è protetto da accordi specifici e dalla legislazione delle
Nazioni Unite, dell'Unione Europea e della Spagna. Eppure le autorità spagnole
non tengono in considerazione questo patrimonio e preferiscono difendere gli
interessi delle tre multinazionali responsabili (REPSOL, RWE e WOODSIDE). Non è
stato tenuto in considerazione neppure il parere del Governo delle Canarie e
delle amministrazioni delle isole di Lanzarote e Fuerteventura: sono stati
dunque lesi i più elementari principi democratici ed etici.
Università europee e americane, comitati scientifici di
oltre cento paesi, l'UICN, organizzazioni come Oceana, Greenpeace, WWF, Friends
of Earth, Birdlife, Ben Magec/Ecologistas en Acción, SECAC, fondazioni
culturali, artistiche, sociali, e centinaia di migliaia di cittadini si
oppongono a questo progetto perché incompatibile con la tutela dell'ambiente e
con i nuovi modelli energetici che dovrebbero essere adottati per la
salvaguardia del pianeta. Importanti operatori turistici europei hanno dato
l'allarme sui rischi delle attività petrolifere per quel che riguarda il loro
settore, dando per assodato che esse implichino una seria minaccia al settore
turistico, principale sostegno economico delle isole Canarie. Ridurre i gravi
effetti del cambio climatico è responsabilità di tutti gli abitanti del
pianeta, e per questo diventa ineludibile sostituire l'uso delle energie
fossili con quelle rinnovabili: le Canarie presentano di fatto le condizioni
climatiche ottimali per raggiungere questo obiettivo cruciale.
Di conseguenza richiedo il Suo intervento, con carattere
urgente, per frenare definitivamente questa minaccia ambientale, e per
promuovere modelli energetici rispondenti all'interesse generale. I progetti ad
alto rischio ambientale beneficiano soltanto le multinazionali del petrolio e
non hanno luogo d'essere in una società libera, democratica e razionale come la
nostra. Il Suo esempio, in quanto rappresentante di spicco della cittadinanza,
sarebbe imprescindibile in tempi di crescente diffidenza verso il ruolo dei
rappresentanti politici nella difesa dei diritti e degli interessi pubblici
come prioritari rispetto al lucro del settore privato.
Grazie mille