L’apprendista stregone, proposto oggi dalla Casa Editrice Graphe.it, mi ha incantata, non sono un’esperta di poesia, eppure ritengo che per apprezzare questo testo non sia necessaria un’altissima conoscenza della materia, ma attenzione; per intraprendere il breve viaggio con Mario Quintana suggerisco di isolarsi, dedicarsi l’attimo necessario per assaporare ogni suo verso, sensazione, suono.
Dice del poeta Natale P. Fioretto, traduttore del testo, “A partire dalla ballata di Wolfgang Goethe, apprendista stregone, appunto, è diventata espressione proverbiale anche in italiano come raffigurazione di una persona irresponsabile che applica metodi o tecniche che non è in grado di padroneggiare, col rischio di provocare danni irreversibili per tutta la collettività. Ma nella poesia di Mario Quintana la figura dell’apprendista stregone si può intendere come anticipatrice di quella dello scienziato che infrange le regole per investigare ambiti nuovi e proporre una lettura altra della realtà giocando, forse, a interpretare il ruolo del creatore, di Dio.”
Inutile divulgarmi in spiegazioni o interpretazioni, meglio lasciare spazio alle parole di Mario Quintana:
“La poesia
Una poesia come un sorso d’acqua bevuta al buio.
Come un povero animale che ansima ferito.
Come una monetina d’argento persa per sempre nella foresta di notte.
Una poesia senza altra pena che la sua misteriosa condizione di poesia.
Triste.
Solitaria.
Unica.
Ferita di mortale bellezza.”
L’apprendista stregone
Mario Quintana
traduzione di Natale Fioretto
Graphe.it
2012 | euro 10,00