Il cielo ora è senza stelle
nella notte di tempesta
tra onde ballerine
dell’oceano beffardo
e un marinaio c’è
che osa ugualmente
attraversare l’oscurità.
Metafora dei tanti Giobbe
che quaggiù si sono rotti.
Egli attende con pazienza
la luce del mattino.
Ha un nome (e tu lo sai)
e il suo porto d’approdo
si chiama “speranza”.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 16 marzo a 21:39
Buona lettura a chi è ritardatario e su Paperblog Italia.