di Piergiorgio Pulixi
Editore: E/O
Un ristorante di lusso. Un uomo e una donna iniziano a parlare. È la prima volta che si incontrano. Ma il loro non è un incontro normale. Lei è costretta a stare lì e a rispondere alle domande sempre più inquietanti e morbose dell’uomo. Più l’elegante sconosciuto si intrufola nella sua vita, più la donna si rende conto di avere davanti un mostro manipolatore e affamato di controllo. Dalle domande scabrose e imbarazzanti si arriva a umiliazioni sempre più crudeli, in un gioco psicologico al massacro a cui la donna non può sottrarsi. Ma quella sera una serie di rivelazioni ribalteranno drasticamente ruoli e copione, perché le apparenze ingannano e niente in quel ristorante è come sembra…
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“Era proprio la cosa che volevo fare con i miei racconti”, confessò ad un certo punto della sua incredibile vita lo scrittore, poeta e saggista statunitense Raymond Carver: “(…) far sì che il lettore fosse attratto e coinvolto all’interno del racconto fino a essere incapace di distogliere lo sguardo dal testo, a meno che non gli andasse a fuoco la casa attorno”.
La lettura del nuovo lavoro di Piergiorgio Pulixi sortisce precisamente questo effetto e lo fa sin dalle prime, folgoranti battute. Romanzo breve dal sapore ipnotico che reinventa i confini del noir psicologico dribblando ogni classificazione di genere, “L’appuntamento” attrae e coinvolge con la “semplice” forza di una storia che semplice – nel senso di lineare e più dritta di un fuso, senza orpelli – lo è davvero.
Una storia che inquieta e lascia residui profondi (rifletteremo con amarezza e con un certo sgomento, a lettura conclusa, sul potere e sulle forme alquanto singolari che è in grado di assumere) ma soprattutto una storia che fa maledettamente bene quello per cui le storie, a ben guardare, sono nate: intrattiene alla grande, si fa leggere con avidità. Pulixi è abile nell’introdurre il lettore in un meccanismo perverso e adrenalinico e al contempo sinistramente ordinario: un ristorante di classe, musica jazz in sottofondo, una donna molto bella finita in guai molto grossi, un uomo misterioso che la osserva in paziente, diabolica attesa… poche pennellate decise sono sufficienti a delineare con grande efficacia il quadro iniziale ed eccoci seduti al tavolo accanto, i sensi tesi in ascolto. Dapprima incuriositi e quindi inghiottiti, sedotti nostro malgrado. Il resto è teatro, pura sceneggiatura: un armonico e fitto intrecciarsi di dialoghi attraverso i quali impariamo a conoscere i – pochi e memorabili – personaggi del romanzo e ne seguiamo da vicino, occhi negli occhi, il percorso fatale. Una tragedia in tre atti il cui finale è un colpo alla bocca dello stomaco che non coglie del tutto impreparati ma riesce ugualmente a mozzare il fiato in virtù di un allestimento impeccabile.
Piergiorgio Pulixi fa centro ancora una volta, insomma: procuratevi immediatamente una copia del romanzo, cancellate tutti i vostri impegni per il prossimo paio d’ore e auguratevi che la casa non vada a fuoco perché potreste accorgervene con un leggero ritardo!
Piergiorgio Pulixi è nato a Cagliari nel 1982. Fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de Fogu (edizioni E/O 2008), e L’albero dei microchip (Edizioni Ambiente, 2009), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco (edizioni E/O 2010), inserito nel trittico noir Donne a Perdere, e i polizieschi Una brutta storia (edizioni E/O, 2012) e La notte delle pantere (edizioni E/O, 2014). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul Manifesto e Micromega.
Simona Tassara
(recensione originariamente pubblicata dalla Rivista Fralerighe)
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