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L’Aquila: condannati per non aver previsto l’imprevedibile

Creato il 23 ottobre 2012 da Alphaville

Grande scalpore per la condanna dei tecnici rei di non aver previsto il sisma che devastò L’Aquila nel 2009: anche se sono in corso, almeno all’estero, studi sull’incremento di presenza del radon in atmosfera in prossimità degli eventi sismici, in Italia è opinione corrente che niente e nessuno possa prevedere i terremoti.

Senza entrare nel merito delle responsabilità accertate o presunte dei tecnici condannati, il punto è che, di fatto, niente e nessuno può prevedere nulla al di fuori di ciò che si decide di far accadere al chiuso di un ben construtto e asettico laboratorio: che è appunto la premessa/promessa fallace della scienza moderna, sottesa alla paranoica ossessione del controllo che pervade la contemporaneità. Ma poiché — com’è noto — non c’è come ripetere una menzogna per trasformarla in verità, ecco che a furia di ripetere che la Scienza offre certezze il colto e l’inclita finiscono per crederci: e quando uno studioso dice (foss’anche per scaramanzia o per pararsi sappiamo cosa) che la scienza nulla può in certi casi, invece di prendersela con l’idea di scienza che governa l’inconscio collettivo da secoli ce la si prende — è più facile — con lo studioso tacciandolo di incompetenza o cialtroneria.

Così, sul banco degli imputati andrebbero messi pure i molti anzi i troppi che son soliti snocciolare, a guisa di mantra, le magnifiche imprese e progressive della Scienza con la S maiuscola — quella stessa che, parcellizza oggi e frammenta domani, ha finito per atomizzare la realtà perdendo di vista la connessione mirabile fra tutto ciò che esiste, preferendo appiccicare dovunque miserevoli etichette con formula e prezzo invece di meditare in umiltà e raccoglimento sulla divina ignorantia. La fisica quantica sembra ora (ri)scoprire antiche verità: incrocio le dita.


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