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L’Aquila depredata. Esce il rapporto di “Libera”

Creato il 07 dicembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

L’Aquila depredata. Esce il rapporto di “Libera”Il grande affare “terremoto-ricostruzione” ebbe inizio da subito. "Il rischio delle infiltrazioni non deve attendere l'inizio della ricostruzione, anzi arriva nelle prime ore insieme con la Protezione Civile e con un appalto sul modello di gestione dei Grandi Eventi". A scriverlo è Angelo Venti e l’editore è un soggetto molto particolare nell’ambito dell’editoria italiana. Si tratta di “Libera”, associazione antimafia che vede in don Luigi Ciotti il suo principale ispiratore e animatore. Nel rapporto (in distribuzione in 40mila copie all’Aquila la prossima settimana), si ricostruisce minuto per minuto quello che accadde nel capoluogo d’Abruzzo nelle ore immediatamente successive al sisma. E il primo grande “affare” non potevano che essere i cessi. Esatto, i cessi che “succhiano” quasi un quarto delle spese complessive per la gestione delle tendopoli. Ne arrivano a vagonate. Per l’esattezza 3.600 che costano ciascuno 79 euro al giorno per una spesa mensile di 8 milioni di euro. Ma visto che ci siamo, di cessi ne arrivano molti di più di quanti effettivamente ne occorrano. Le stime di Venti parlano di 1600 “pezzi” che costano alla collettività 3 milioni e 800 mila euro al mese, una cifra che non può non farci pensare al numero di case del centro storico che avrebbero potuto essere restaurate o ricostruite. Ma il colmo per gli aquilani è che le ditte appaltatrici (tutte in odore nauseabondo di mafia e già in stretto contatto con la Protezione Civile per l’emergenza rifiuti in Campania), scaricano i liquami illegalmente nei fiumi, falsificano bolle di trasporto, sabotano il lavoro di altre ditte mentre i loro manager sono in stretto contatto con elementi di “Casa Bertolaso” per gonfiare le fatture. Subito dopo i cessi cosa diventa lucroso in una città appena terremotata? La rimozione delle macerie. E la fanno con puntigliosa meticolosità. Nelle ore immediatamente successive ai crolli, decine di camion trasportano macerie e suppellettili che finiscono dritte nei tritasassi di Piazza d’Armi, la zona più militarizzata della città. Quando i magistrati si rendono conto che tutti quei calcinacci, mattoni, tegole e colonne di cemento tarocche provengono dalla Casa dello Studente bloccano tutto perché pochi giorni prima ne avevano ordinato il sequestro giudiziario. Quelli legati ai cessi e allo smaltimento dei rifiuti non sono che i primi due affari “pronto cassa” che gli speculatori si trovano a gestire. Arriveranno gli appalti “guidati”, quelli concessi senza uno straccio di bando (come previsto nella gestione dei Grandi Eventi), quelli legati alle impalcature e quelli per le mense delle tendopoli. Affari milionari nei quali la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta entrano dividendosi equamente  le parti di una torta avvelenata che, nel frattempo, ha causato più 300 morti e l’esodo di un popolo. All’Aquila si apre il più grande cantiere edile d’Europa. Migliaia le persone interessate ma poche le ditte, rigorosamente scelte dal mazzo degli amici intimi preferibilmente d’onore. L’inchiesta di “Libera” però, ricostruisce perfino il momento esatto dell’arrivo della prima impresa in odore (eufemismo!) di mafia. È il 9 giugno quando si scopre che fra le imprese appaltatrici del movimento terra a Bazzano, c’è la ditta Di Marco Srl di Carsoli il cui amministratore unico è Dante Di Marco, titolare anche della Marsica Plastica Srl che due anni prima era stata coinvolta in una pesantissima inchiesta per mafia visto che fra i suoi “benefattori”  figurava un certo Massimo Ciancimino. I magistrati la definirono “il primo caso conclamato di presenza mafiosa in Abruzzo”. Il rapporto contiene però anche un capitolo sul “Progetto C.a.s.e.”. Il costo al metro quadro delle abitazioni da sogno dell’universo immaginifico di Berlusconi è di 2.700 euro. Che è come dire che un abitante delle “C.a.s.e.”, la mattina appena sveglio, apre la finestra e vede scorrere sotto di sé il Tamigi. Va in bagno e, aprendo un’altra finestra, sente scorrere l’acqua della Senna mentre alzando lo sguardo si trova di fronte Central Park. Prezzi da grandi C.a.s.e. non da abitazioni provvisorie. Il sogno berlusconiano degli aquilani continua. A caro prezzo.

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