L’AQUILA. Persino Alessandro Manzoni troverebbe difficoltà nel raccontare la vicenda tortuosa dei pagamenti delle bollette per le utenze di Gas e illuminazione condominiale negli alloggi del progetto Case e Map. Più passano i giorni e più il “guazzabuglio” diventa intricato. Dopo mesi di polemiche per la cattiva e sbagliata gestione del calcolo dei consumi, con maxi-bollette arrivate dopo due anni di mancati pagamenti nelle cassette della posta delle case di Berlusconi mettendo in crisi famiglie e pensionati, ora spunta una novità contro la quale i comitati delle new town promettono battaglia.
Nella bozza della Legge sulla Ricostruzione è stato inserito un articolo (il numero 27) in cui si stabilisce che «per la complessa gestione emergenziale delineata a seguito degli eventi sismici, per l’edilizia residenziale pubblica, progetto Case e Map è consentito al Comune dell’Aquila, dalla data di trasferimento degli immobili dalla Protezione civile al Comune stesso fino al 31-12-2015, in deroga alle norme tecniche nazionali (Uni) 10200 – ‘impianti termici centralizzati di eliminazione invernale e produzione di acqua scalda sanitaria – criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria del 2013 e alle norme nazionali e regionali in materia, di ripartire i consumi rilevati per ogni edificio per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, secondo la superfici lorde».
Non solo. Nello stesso articolo si dice anche che «dalla data del primo gennaio 2015 tutti gli assegnatari degli alloggi del progetto Case e Map sono tenuti al pagamento del canone concessorio stabilito dal Comune», canone fino a oggi a carico soltanto degli inquilini che prima del sisma erano affittuari. Una ciliegina amara su una torta già velenosa che i comitati civici cui fanno capo i vari quartieri del progetto Case non intendono darla vinta. Il testo è una bozza non ancora inviata al Parlamento, ma questo non “rallenta” la macchina civica della protesta. Già alcuni comitati tramite il loro avvocato Fausto Corti hanno preparato un ricorso (si deve soltanto decidere se presentarlo al giudice del lavoro o alla Corte dei Conti) mentre tutti insieme stanno affilando le armi del ricorso alla Corte europea e programmando anche una class action (sarebbero in tale direzione già stati presi contatti con alcuni esperti).
Il famigerato articolo 27 andrebbe infatti a contraddire una legge dello Stato, secondo la quale le bollette devono essere calcolate in base ai consumi e non al metro quadro, e che a sua volta recepisce una Legge europa. «Una follia», tuona Giuliano Bruno del comitato “Assergi due Ade”, aggiungendo che «vorremmo conoscere la persona che l’ha pensata e ha inserito questo articolo. Certo, è soltanto una bozza, e sono sicuro che una assurdità simile non verrà mai fatta passare».
Anche perché, se succedesse, poi dovrebbe passare sotto i fuochi incrociati dei ricorsi. E già le ultime bollette di gas e illuminazione condominiale giunte nelle case delle new town sono state calcolate sulla base di tale metodo «in attesa di perfezionamento del metodo di ripartizione di tali spese tra gli assegnatari di ogni piastra», si legge nella lettera d’accompagnamento dei bollettini. Bruno – e insieme a lui gli altri comitati, che nei giorni scorsi hanno tenuto una conferenza stampa proprio per ribadire che “non abbasseremo la guardia sulle negligenze vecchie e nuove del Comune dell’Aquila sulla gestione del patrimonio immobiliare post-sisma», ricorda anche che «al momento dell’insediamento di ogni nucleo familiare in un alloggio provvisorio, sul contratto della Protezione civile c’è scritto che i consumi “verranno effettuati in base alla contabilizzazione perché tutti gli edifici sono dotati di contabilizzatori di calore”». Intanto, a oggi e dopo oltre un anno di polemiche, confronti con tecnici e assessori, e di fronte alla lettura mai fatta dei contatori ma promessa dal Comune, la questione-bollette resta irrisolta.
di Fabio Iuliano – fonte il Centro