“Questo e l’anniversario più brutto perché si è persa la speranza. C’è un cronoprogramma, ora servono i soldi qualunque sia il Governo altrimenti la città muore” ha affermato con sconforto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
Concetto emblematico ribadito a quattro anni da quella notte in cui la terra ha tremato uccidendo 309 persone e fermando le lancette dell’orologio sulle 03:32, l’ora in cui la scossa cambiò la vita di un’intera popolazione.
In silenzio migliaia di aquilani si sono radunati all’inizio di via XX Settembre per ricevere le fiaccole distribuite dai volontari della Protezione Civile, della Croce Bianca e dell’associazione Nuova Acropoli. In testa al corteo i familiari delle vittime e i parenti dei ragazzi morti sotto le macerie della Casa dello Studente. Un serpentone lunghissimo e silenzioso ha percorso l’arteria, fino ad arrivare davanti alla Casa dello Studente.
A mezzanotte in piazza Duomo scanditi i 309 nomi. “Quattro anni fa il sisma ci sorprese la notte del Lunedì Santo. Allora iniziò la nostra passione – ha detto l’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari – quest’anno siamo nel periodo della Pasqua e della Resurrezione”, incitando i cittadini a credere nella luce di Gesù e a non lasciarsi sconfiggere dalla tristezza e dallo sconforto.