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L’arca di Noè

Creato il 11 giugno 2013 da Andreapomella

Arca di Noè

Il bambino adesso vuole fare un nuovo gioco la sera prima di addormentarsi. Vuole scegliersi due o tre libri dei suoi, ogni sera due o tre diversi, vuole scegliersi anche delle macchinette, due o tre delle sue, e portarsi i libri e le macchinette nel letto. Prima di questo facevamo il gioco di Mago Papone, che era un mago che arrivava a un certo punto della sera con una carovana dell’allegria e accompagnava i bambini col pigiamino giallo (le sere che il bambino aveva il pigiamino giallo) o i bambini col pigiamino blu (le sere che il bambino aveva il pigiamino blu) in un sonno beato e panciuto. Dopo cantavamo L’arca di Noè di Sergio Endrigo. Alla fine c’era una formula magica che sanciva lo spegnimento della luce grande e l’accensione della lucina notturna blu, la formula diceva: Abracadabra, abracadù, si spegne la luce gialla e si accende la luce blu! Adesso il bambino non vuole più fare il gioco di Mago Papone, vuole recitare velocemente la formula magica, farsi togliere i calzini e correre nel letto dove abbiamo depositato i libri e le macchinette. Una volta sdraiato nel letto dice un paio di cose ancora, dice: “Copertina”, cioè vuole che gli rimbocchi la coperta, e dice: “Papà, seduto qui”, cioè vuole che mi sieda per un po’ accanto al letto, a quel punto si mette a pancia in giù, consolato dai libri e dalle macchinette e dal fatto che io sono seduto lì accanto al letto. Io non so se quando avevo la sua età si facevano di queste cose, forse no, forse sì e non me ne ricordo. Per cautelarmi ho scritto queste quattro righe, in modo che qualcosa resti.


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