L’architettura italiana torna a San Pietroburgo

Creato il 15 gennaio 2011 da Brunabiagioni

Dopo quasi due secoli gli architetti italiani tornano a progettare e costruire nella città fondata da Pietro il Grande, con il business centre Quattro Corti, firmato dallo studio milanese Piuarch.
Nel 2006 lo studio vince infatti il concorso indetto da Galaxy LLC per ristrutturare e ricostruire un’area nel cuore della ex capitale imperiale. Si tratta di un edificio con una metratura complessiva di 23.500 mq, nel centro della città, a due passi dall’Ermitage e dalla Prospettiva Nevsky, all’interno del quale, oltre a ventimila metri quadri destinati a uffici, sono stati realizzati un Boutique Hotel di ventidue camere e Mansarda, un ristorante all’ultimo piano con spettacolare vista sulla cattedrale di Sant’ Isacco.
Come spiega uno dei fondatori di Piuarch, l’architetto Francesco Fresa: “E’ un evento molto importante anche perché molti tra i più bei palazzi di questa citta’, fondata da Pietro il Grande agli inizi del 1700, sono stati realizzati da architetti italiani, tra questi Francesco Bartolomeo Rastrelli, Antonio Rinaldi, Vincenzo Brenna e Giacomo Quarenghi. L’ultimo lavoro a firma italiana è del napoletano Carlo Rossi che ha progettato la Piazza del Palazzo d’Inverno, e da quel momento gli italiani sono usciti dalla scena urbanistica”.
Ma non solo loro. Per la rinascita di San Pietroburgo dopo la fine dell’unione sovietica si sono susseguiti grandiosi progetti di architetti internazionali: da Norman Foster a Dominique Perrault (con l’ampliamento del Mariinsky Teatre). Nulla però è andato in porto e le idee sono rimaste progetti nel cassetto dei grandi studi.
Il progetto parte da una particolare attenzione al contesto e alla tradizione urbanistica della città, senza rinunciare ad un linguaggio architettonico contemporaneo. Su un’area di 5000 mq all’interno di un isolato delimitato verso la strada Pochtamskaya Ulitsa da due edifici settecenteschi, Piuarch ha realizzato un edificio di sei piani. All’interno del nuovo volume sono state scavate quattro corti che danno luce agli spazi che vi si affacciano. Oro, verde azzurro e rosso, ispirati alla ricchezza cromatica delle facciate delle residenze storiche di San Pietroburgo, sono i colori che caratterizzano le quattro corti. Le facciate sono tutte trasparenti, con vetri specchianti e riflettenti realizzati nei quattro diversi colori. La corte oro, all’ingresso, ospita una scultura appesa, quella rossa un volume in rame, quella blu una vasca d’acqua mentre nella corte verde protagonista è la vegetazione. Tutte le superfici sono rivestite in travertino bianco italiano, lo stesso della Cattedrale di Kazan sulla Nevsky.
Il Boutique Hotel ospita ventidue camere, una diversa dall’altra, arredate con elementi di design che riportano alla tradizione culturale di San Pietroburgo a cavallo del ‘900, spaziando dalla letteratura, alla musica, all’arte sino alla straordinaria stagione dei Ballets Russes di Djagilev e Nijinskij. Il ristorante Mansarda che verrà gestito da Ginza Project, i guru della ristorazione pietroburghese, è un suggestivo spazio interamente vetrato. Situato all’ultimo piano del complesso con una copertura a falde inclinate, si affaccia con una vista mozzafiato su tutta la città.

C’è molto di Italia anche nella costruzione dell’edificio, un vero e proprio lavoro di squadra tra aziende russe e italiane. Tra queste, Interpark per i parcheggi motorizzati, Stahlbau Pichler per le facciate, IGuzzini e Telmotor S.p.a. / TecnoDelta S.p.a. per l’illuminazione, Lualdi per porte e infissi, Marmi Due Ci per tutti i marmi dell’edificio, InteriorPlus per gli arredi fissi e mobili dell’albergo, Resstende per le tende, così come italiani sono tutti i materiali utilizzati.

www.piuarch.it



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