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L’Argentina riporta a casa i giovani talenti espatriati

Creato il 31 ottobre 2011 da Eldorado

L’Argentina riporta a casa i giovani talenti espatriatiLa parola d’ordine è: tornare a casa. Dal 2003 l’Argentina ha quintuplicato il preventivo di spesa sui progetti scientifici, un programma il cui punto principale è quello di riportare nel paese i talenti argentini sparsi nel mondo. Il programma ha un nome ben chiaro ¨Raíces¨ (http://www.raices.mincyt.gob.ar/) ed  altrettanto chiare le intenzioni, che sono quelle di offrire posti di lavoro all’interno di qualificati progetti coordinati tra settore pubblico ed industria privata.

Lo sforzo del governo argentino è quello di generare una inversione di tendenza a quella che è stata, dagli anni Sessanta del secolo passato fino all’inizio del nuovo millennio, una costante per l’Argentina. Poche opportunità, progetti iniqui, miseri preventivi ma soprattutto il vuoto intellettuale generato dalla dittatura prima e poi dalla cieca politica economica di Domingo Cavallo e dei suoi adepti, che hanno sempre chiuso le porte all’iniziativa scientifica ed intellettuale argentina. Cavallo –che portò l’Argentina al disastro del corralito- riteneva scienziati, accademici ed intellettuali una sorta di parassiti, e li aveva invitati senza mezze misure ad ¨andare a lavare i piatti¨ per aiutare la ripresa del paese. 

La lista dei talenti in fuga dall’Argentina degli ultimi 50 anni è impressionante, cominciando da César Milstein, il chimico di Bahía Blanca che, cacciato dai militari dall’Instituto Nacional de Microbiología, fu accolto dall’Università di Cambridge dove lavorò ininterrottamente per tutta la vita, ottenendo il premio Nobel per la medicina nel 1993 per i suoi studi sugli anticorpi monoclonali. Mario Bunge, Risieri Frondizi, Manuel Sadoski, Osvaldo Reig, Rolando García, Sergio Bagú, Pedro Zadunaisky e più recentemente il fisico Juan Maldacena, il matematico Luis Caffarelli, il biologo David Sabatini sono parte di questo elenco di geni costretti all’esilio dall’ottusità di certi circoli politici, incapaci di riconoscere il valore della ricerca scientifica.

I risultati del programma ¨Raíces¨ hanno riportato in Argentina negli ultimi otto anni più di ottocento talenti che erano emigrati all’estero. Il piano del governo è coadiuvato dal Ministero di Scienza e Tecnologia, creato appositamente nel 2007. Il progetto è appoggiato da uno stimolante investimento economico che destina un salario mensile di 2500 dollari ad ogni ricercatore e di 5100 dollari agli studiosi a cui è riconosciuta una borsa di studio. Su El Argentino, la storia della ricercatrice numero ottocento tornata a casa: http://tiempoarg.elargentino.com/notas/una-biologa-es-n%C2%BA800-del-programa-raices-de-repatriacion-de-cientificos


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