La comunità degli omosessuali colombiani guarda con attenzione a due sentenze che dovrà emettere la Corte Costituzionale sull'introduzione del matrimonio e delle adozioni per le coppie dello stesso sesso. La Chiesa è ovviamente già sul piede di guerra preventivo, considerando "anti-naturali" le unioni omosessuali"; contraria anche parte della società colombiana, che considera matrimonio e famiglia solo l'unione di un uomo e di una donna a fine procreativo.
Gli omosessuali rivendicano che la Colombia è uno Stato laico dal 1991 e pertanto non si possono scrivere le leggi in base alla Bibbia, ma in base ai diritti individuali. Marcela Sánchez, direttrice della ONG Colombia Diversa, ha detto al quotidiano El Tiempo che anche le coppie dello stesso sesso sono famiglia, perché sono unite dall'amore e dalla solidarietà, esattamente come quelle eterosessuali. E ricorda una grande verità che si nasconde dietro l'ipocrisia di chi vuole negare loro le adozioni: molte coppie condividono non solo la casa, ma anche l'educazione dei figli di uno dei partners, negare loro il diritto all'adozione è un modo di nascondere questa realtà.
In realtà la Colombia si trova in una situazione molto più avanzata rispetto ai Paesi dell'area (e non solo di Latinoamérica): dal 2007 riconosce le coppie omosessuali attraverso le unioni di fatto, da stabilire davanti a un notaio. Il matrimonio serve per sancire il vincolo immediatamente, senza aspettare i due anni di convivenza necessari per accedere alle unioni di fatto, e per arrivare, perché no?, alle adozioni.
Nei prossimi giorni la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi su entrambi i temi, il matrimonio e le adozioni. Per quest'ultima deve affrontare un caso reale: una donna di Medellín chiede che la sua compagna possa adottare la sua figlia biologica: "Se io muoio, mia moglie non potrà continuare a occuparsi della bambina perché legalmente non è la madre e si creerebbe un problema con l'ICBF, l'istituto che si occupa della tutela delle famiglie". Un tribunale ha già dato ragione alla donna e ha chiesto che sia ammessa l'adozione della bambina da parte della sua compagna, ma è stato presentato un ricorso. La Corte Costituzionale potrebbe decidere se permettere l'adozione alle coppie omosessuali solo quando si tratta di un figlio biologico di uno dei due partners o se estenderla a tutte le coppie omosessuali. La sentenza apre evidentemente prospettive importanti ed è per questo attesa con attenzione da tutto il Paese.
Un piccolo esempio del cambio possibile in Colombia arriva dal sindaco di Chapinero, una località nei pressi di Bogotà: si chiama Blanca Inés Durán e ha appena annunciato che si unirà con la compagna Catalina Villa davanti a un notaio, in attesa di poterla sposare. Accettare l'omosessualità della figlia non è stato facile per la madre, la 66enne Silvia Hernández, racconta El tiempo. Le convinzioni religiose e i sensi di colpa l'hanno angustiata fino a quando non ha capito che l'omosessualità "non è una malattia né un castigo". Le voglio così bene e l'ammiro tanto che mi sono detta: se la sua decisione la rende felice, devo stare dalla sua parte". E' stato così che poco a poco ha iniziato ad accettare Catalina nella sua famiglia, definendo la sua conoscenza "un apprendimento mutuo e interessante". "Quando mi dicono che è peccato penso agli orrori che abbiamo conosciuto da parte dei preti e mi chiedo se Blanca, che è una così brava figlia, non sarà migliore di tanti che predicano la tolleranza e in realtà sono ipocriti" dice Silvia. Ed El tiempo conclude con una bella frase, che è un bel concetto: "Adesso le amiche (di Silvia) pregano per il sindaco, non per la salvezza della sua anima, ma perché Dio le permetta di essere felice". Il primo passo potrebbe arrivare entro un mese, dalla Corte Costituzionale.
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