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L'Argento Vivo di Madrid

Creato il 19 novembre 2013 da Giovy

Gran Via Madrid

Picture by Almer Frades @ 500px.com

Quando arrivai a Madrid per la prima volta, scesi dall'aereo e con i miei amici (i miei due Hermanos) si partì immediatamente per Toledo.
Non feci tempo a rendermi conto che ero arrivata in Spagna che subito mi ritrovavo di nuovo in viaggio.
Mio fratello mi aveva già descritto tutta la strada da Barajas a Toledo, così ... con l'immaginazione e la sapienza di chi quella strada l'aveva fatta non so quante volte col suo camion in solitaria.
Già, mio fratello conosceva bene le strade di Spagna e la sua conoscenza mi fu molto utile in quel viaggio.
Vagammo tra Spagna e Portogallo per 2 settimane. E poi tornammo a Madrid.
Il nostro B&B si trovava in una zona che più centrale non poteva essere: tra la Gran Via e Callao.
Mi ero impressa nella mente quelle due fermate della Metro come non so cosa in quei giorni.
Arrivavamo da giorni fatti di mare e vento dell'Oceano.
Arrivavamo dal fatto di aver attraversato l'Extremadura e il suo quasi deserto.
Ritorvarmi a Madrid fu un vero e proprio colpo.
La città sembrava avere l'argento vivo addosso e mi piacque parecchio.
Madrid ha un'aria totalmente diversa da Barcellona, sono due mondi come lo sono Marte e Venere.
Io mi ritrovavo proprio in un luogo che andava sbucciato come la migliore e più sugosa delle Arance.
Di Madrid tutti conosciamo la grande movida e il fatto di non spegnersi mai.
Io la osservai per bene una mattina all'alba.
Durante un altro viaggio, fatto per lavoro.
Era prestissimo ma non perché fossi andata ancora fuori dalla sera prima ma, in perfetta contro-tendenza, ero sveglia perché dovevo andare andare all'aeroporto.
Ovviamente ero sempre in zona Gran Via - Callao... non so perché ma in quelle chiassose e grandi strade mi sento come se fossi a casa mia.
Scesi in strada molto prima che aprisse la metro, saranno state le 5.
La gente era ancora in giro, con la stessa sensazione addosso di quando finisce un grande spettacolo e metti tutto via per andare a casa.
Passeggiai in vano e, chissà perché, nella mia testa ero convinta di trovare qualche panificio aperto per recuperare qualche dolcezza per rendere migliore il mio risveglio mattutino.
Camminai tra la Chueca e poi a Malasaña, dove tutte le saracinesche erano abbassate e i marciapiedi erano popolati da qualche sopravvissuto della notte precedente.
Incrociai lo sguardo di un passante. Sorridemmo entrambi.
Trovai delle brioches dolci, non so per quale strano regalo del destino.
Tornai sulla Gran Via con la consapevolezza di aver guardato Madrid nuda quel mattino.
La città era denudata del suo casino, delle sue auto, del suo eterno fragore.
Sembrava davvero un'attrice stanca che, però, non aveva perso quel bellissimo argento vivo che contraddistingue la sua espressione.
Arrivarono le 6, presi la metro e mi lasciai ipnotizzare dal rumore dei vagoni e del loro viaggio.
Barajas non mi sembrò mai così vicino.


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