L’ispirazione è al top, i vocaboli giungono a frotte diritti nel cervello a comporre un nuovo elegante, ironico post di successo. Accendo il pc, apro il l’editor e pigio sulla tastiera con convinzione.
«Papà, giochiamo con l’autopista?» urla entusiasta il mio angioletto di cinque anni.
Come posso rifiutare un invito così gioioso? Spengo il computer e iniziamo l’interminabile gara di formula1, il premio Pulitzer può attendere.
Gli scatti promettono uno scoop sconvolgente: quando pubblicati, innescheranno un terribile effetto-domino che travolgerà i vertici politici nazionali. Le foto attendono solo di essere viste, i media e la Rete faranno il resto. Basta un post di poche righe, la potenza delle immagini non necessita di alcuna descrizione: mi chiudo nel mio studiolo, prendo il portatile, sono pronto per scrivere il pezzo che cambierà le sorti del Pianeta.
«Papà, andiamo al parco con la palla e la bici?» chiede il mio pargoletto felice.
Come posso bocciare una richiesta così spensierata? Ripongo il computer nel cassetto, indosso la tuta e usciamo: è una giornata di sole, è giusto così, ll Mondo può attendere.
Oggi – 20 novembre – è la Giornata Mondiale per l’Infanzia: l’infanzia, appunto, il periodo più felice per ogni essere umano. Io, genitore, ho il dovere di assicurare a mio figlio la spensieratezza di questa età delicata, tutelare il bambino dalla Vita, giocare con lui.
E’ complesso? E’ difficile?
Sicuramente sì.
Però, noi adulti, un’arma a disposizione ce l’abbiamo: la possibilità di scelta, la capacità di rinunciare al nostro tempo per dedicarlo al bambino in cerca di attenzioni attraverso il gioco.
Non trincerarsi dietro il sempre-verde «sono impegnato, scusami non ho tempo», è la peggiore mostruosità che un padre possa dire per ammazzare la fantasia di un bimbo, per distruggere il sorriso di un figlio.
MMo