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L’Armenia e l’Unione Eurasiatica: i problemi di una scelta complessa

Creato il 12 ottobre 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
L’Armenia e l’Unione Eurasiatica: i problemi di una scelta complessa

L’ingresso di nuovi Stati membri all’interno dell’Unione Doganale e dell’Unione Eurasiatica è una tematica che coinvolge tutti gli Stati della CSI. In ciascun paese un cui si profila quest’eventualità, si registra un dibattito interno spesso animato sulle opportunità e i rischi che un’adesione al nuovo polo geoeconomico può comportare. Qui di seguito presentiamo al lettore italiano l’opinione di Stepan Grigoryan, Direttore dell’Analytical Centre on Globalization and Regional Cooperation (ACGRC) di Erevan, il quale è fortemente critico nei confronti dell’attuale dirigenza armena e della sua apertura verso l’Unione Eurasiatica.

 
Il 3 settembre 2013, durante il suo incontro con Vladimir Putin a Mosca, il Presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan ha annunciato che il suo Paese è pronto per l’integrazione eurasiatica e per aderire all’Unione Doganale. Per capire perché improvvisamente l’Armenia abbia annunciato la sua integrazione all’Unione Doganale si devono menzionare numerosi fattori:

  • Negli ultimi tre anni l’Armenia ha lavorato attivamente con l’UE sulla preparazione dell’Accordo di Associazione, che include il Deep and Comprehensive Free Trade Agreement (nello scorso anno si sono notati dei progressi in ambito DCFTA).
  • In materia di facilitazioni nel rilascio di visti per i paesi UE i progressi in Armenia erano così evidenti che nel dicembre 2012 l’Unione Europea ha firmato l’Accordo sull’Agevolazione del Regime dei Visti con l’Armenia.
  • Nel giugno – agosto 2013 il governo armeno (il Ministro degli Esteri, il Primo ministro e il Presidente armeno) hanno ripetutamente dichiarato la disponibilità a siglare l’Accordo di Associazione con l’UE, ponendo una particolare enfasi sull’importanza dell’Accordo per la creazione di una zona di libero scambio con l’UE. Ad agosto hanno annunciato che il progetto riguardante l’Accordo di Associazione era pronto, mancando soltanto alcune rettifiche testuali.
  • Il governo armeno, presentato dal Primo ministro, ha più volte dichiarato che l’integrazione dell’Armenia nell’Unione Doganale non aveva alcun senso, in quanto l’Armenia non confina con i paesi membri dell’Unione Doganale.
  • Com’è noto, la Russia è alquanto suscettibile quando si parla di integrazione europea o euro-atlantica di alcuni dei paesi del “partenariato orientale”. Tuttavia, per quanto concerne l’Accordo di Associazione, la prima preoccupazione russa è la posizione dell’Ucraina: per questo la Russia ha iniziato ad imporre delle sanzioni sui prodotti ucraini che entrano nel mercato russo, facendo così pressione sulle autorità ucraine. L’Ucraina, infatti, è importante per la Russia in quanto enorme mercato (con 50 milioni di abitanti) per i suoi prodotti, come paese di transito per le merci e le risorse energetiche russe verso l’Europa e come paese con importanza geostrategica in quanto situata al crocevia degli interessi russi ed europei.
  • Nel contesto del programma “partenariato orientale” e dell’Accordo di Associazione l’Armenia non è di grande interesse per la Russia (l’Armenia è importante per la Russia nell’ambito della cooperazione politico-militare, delle relazioni con il Medio Oriente, il Caucaso meridionale, così come con la Turchia e l’Iran): è per questo che non c’è stata una reale pressione da parte della Russia sull’Armenia. In Armenia alle persone piace parlare delle possibili varianti della pressione russa esercitata sul paese, ma in effetti tale pressione non c’è stata ed io sono particolarmente sicuro che il governo americano ha informato costantemente la Russia sullo stato dell’Accordo di Associazione.
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Ma dunque perché la Russia ha comunque deciso all’ultimo minuto di mettere pressione all’Armenia e di provare ad impedire la firma dell’Accordo sull’Associazione Armenia-UE? Alcuni fattori sono da rilevare in questa sede.

La Russia era molto preoccupata dal fatto che la pressione esercitata sull’Ucraina non aveva avuto alcun effetto. Com’è noto, ad oggi, l’Ucraina è ancora pronta a firmare l’Accordo di Associazione. Neanche le minacce russe contro Georgia e Moldavia avevano avuto grande impatto. Entrambi i Paesi, almeno fino ad ora, sono pronti a siglare l’Accordo di Associazione con l’UE. In questa situazione, la Russia aveva bisogno almeno di una piccola “vittoria” sull’Unione Europea e questo è il motivo per cui hanno deciso di fare in modo che l’Armenia interrompesse il processo di conclusione dell’Accordo di Associazione con l’UE. In effetti, il governo russo sembra aver davvero bisogno di un successo simbolico nella sua lotta contro l’Occidente (sfortunatamente l’odierna politica estera russa è di natura anti-americana e anti-europea).

Ma perché il governo armeno ha acconsentito così facilmente (piegandosi alla pressione!) e annunciato la sua integrazione nell’Unione Doganale, mettendo così in dubbio la reputazione internazionale dell’Armenia e la sua affidabilità come partner? In Armenia tutti sanno perfettamente che l’Unione Doganale è un’organizzazione che non funziona e che non avrà nessuna utilità per l’Armenia. Tutta questa storia solleva un interrogativo sulla sovranità dell’Armenia; rivela che il governo del Paese non ha la capacità di difendere gli interessi armeni nelle questioni cruciali e che le loro decisioni sono prese a Mosca. Quindi perché le autorità armene hanno acconsentito così facilmente all’integrazione nell’Unione Doganale?

Il motivo importante per cui il governo armeno non ha potuto resistere alla “carica” della Russia è la debole legittimità delle autorità nel Paese (è noto a tutti come si tengano le elezioni presidenziali e parlamentari qui!). Forse il fatto che i principali leader del paese facciano affari in Russia e che le autorità russe possano agevolmente “giocare” su questo ha avuto anche il suo ruolo. E ovviamente la questione del Karabakh. Noi riteniamo che la Russia possa aver minacciato di passare dalla parte degli Azeri se non avessimo abbandonato la firma dell’Accordo di Associazione.

(Traduzione dall’inglese di Francesca Malizia)


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