di Paola Abeni
1
Finire in questa poca
luce
come piccoli stormi i nodi
che raccolgono i nomi
colpi che finiscono in niente
come un respiro corto
le pillole infrante tutte
allineate
se ascolto l’armonia del vuoto
l’ombroso sentiero della vita
e ricordo di aver visto
questo è un giorno che non ho.
2
Così dimentico l’immagine
di qualcosa sospeso
sopra la pianura
piuma di un inverno
senza colpe
volto vivido che chiama
a confidarsi in tempo
e tenero silenzio
collegato al mare.
3
Sono rapidi i voli che
ci attraversano così
labili le sequenze
di un desiderio,
tagli di terra che
sommo per l’aldilà.
4
Dirsi la luce diversa
Dell’inverno
Un giglio sfumato che
Sconvolge i vetri
Sfiorandoli
Poi le cose difficili
Che rimangono da dire
Quel punto impreciso
Tra i pensieri
L’occhio scavatore delle
Porte.
5
Questa mattina il bianco
spremuto sui tetti
qualche luccichio scampato
al fragore della notte
qui scorrono lettere
distillate da un parlare
stanco
non conoscono ombre
i miei sospetti
le parvenze stanno in
un fiorire di specchi.