L’arrivo dei cinesi è un rischio per Telecom Italia. Intervista a Giulio Sapelli

Informazione Scorretta.

In un’intervista rilasciata oggi (1) l’economista Giulio Sapelli ha avuto modo di mettere in guardia sul possibile arrivo come azionista di controllo della Telecom della Hutchinson Whampoa guidata da Li Ka-Shing. La Telecom purtroppo è un’azienda privata ed è questo che stiamo scontando oggi. Non sono di certo i cinesi in sé il problema, questi sono proprietari di “3 Italia”, ma gli stessi pericoli li avremmo avuti con qualsiasi altra azienda. E’ proprio il liberismo che ha tolto agli Stati ogni tipo di capacità di governare, e poi ci si lamenta della crisi.

Nel caso telecom poi essendo un’azienda strategica per la nazione, ed essendo anche interessata da questioni di sicurezza nazionale per reti e telecomunicazioni, la questione si fa ancora più spinosa. Ricorda lo stesso Sapelli che in altre nazioni non sarebbe possibile far controllare una società di così grande rilievo da maggioranze esterne, e fa l’esempio di Danone in Francia (sottolineando fra l’altro sulla grande differenza per la sicurezza nazionale di un’azienda come quella).

Il problema del controllo statale però si scontra con due ostacoli oggi insormontabili: da una parte l’Unione Europea di oggi che ci chiede di privatizzare, dall’altra l’ideologia di tutto l’arco politico (e purtroppo pure di gran parte di votanti, questi ingannati da mala informazione) che è fondamentalista nello spogliare lo Stato da potere e possibilità.

Nella questione Telecom poi sottolinea Sapelli, c’è anche il pericolo che 3 Italia scarichi i suoi debiti in Telecom Italia o che utilizzi la rete per colpire altre aziende o pensare solo a profitti e null’altro, come tutti i privati fra l’altro.

Insomma la questione è spinosa, ma la certezza rimane una: solo uno Stato forte, più presente al posto delle multinazionali e le società private può aiutare la crescita e sostenere il benessere del popolo.

Note:

(1) l’unità