L'arrivo di Uang (Wang)

I Manetti Bros hanno i coglioni, è indubbio, da sempre in un Italia sempre più lobotomizzata nella commediola becera, i Manetti fregandosene altamente hanno proseguito per la loro strada da affezzionati cinefili di genere e seppure con fatica hanno tirato fuori perle come Piano 17. Ora è il turno di Wang, film di fantascienza tutto italiano (quanto fa strano dirlo), ed è quasi impossibile non affezionarsi a questo progetto audace e sfacciato, cinema verace che antepone il divertimento degli autori all'incasso, peculiarità del duo romano. La giovane interprete di cinese Gaia è contattata per una traduzione urgente. In gran segreto, deve fare da tramite tra l'agente segreto Curti, un uomo senza scrupoli, e un individuo chiamato da tutti signor Wang. Le forti difficoltà di budget si notano, anche se gli effetti speciali risultano fatti davvero bene e credibilissimi. Un gran punto di forza dei due fratelli era la sceneggiatura, eppure qui ci sono notevoli buchi e lacune con alcune scene evitabilissime ed inutili al prosieguo della trama (una su tutte la sequenza di Fantastichini in bagno). La fotografia è bellisssima in alcune sequenze ma superficiale, sciatta e poco curata in altre. Tutti hanno parlato bene della recitazione, sopratutto per Fantastichini e la Francesca Cuttica, protagonista, a me son sembrati tutti decisamente sottotono e imbarazzanti in alcune reazioni (la tipa di colore in primis). In toto è un film riuscito, con un finale mitologico ma fighissimo che ne esce con gambe e braccia spezzate, vittima anche delle difficoltà produttive, ma che mi sento di promuovere lo stesso per il coraggio che i Manetti hanno sempre dimostrato di avere nel corso degli anni e per il loro stile metalizzante che appare sempre dalle t.shirt che mettono su, keep it up bros!
Manetti Bros