A volte fa quasi effetto scoprire che una delle persone che ogni mattina vedi al binario in attesa del tuo stesso treno e che solitamente non svolge attività più intelligente di un continuo controllo ossessivo dei maggiori social network, tiri fuori dalla borsa un libro. Se poi l’autore di quel libro è Arthur Schopenhauer, l’effetto risulta amplificato.
Il lettore ha la sua cinquantina d’anni e tutti i giorni ha una giacca marrone in tinta con il cappellino felpato che porta sulla testa quasi calva; con sè ha sempre la sua ventiquattrore che potremo definire vintage, per non asserire che cade a brandelli; la sua camminata ha un ondeggiare un po’ strano.
Dalla suddetta borsa vintage pesca “L’arte di ottenere rispetto“: lo legge appoggiato alla colonna vicino alla panchina di marmo, troppo fredda per permettere una comoda attesa; non si capisce se si debba vedere un motivo dietro la scelta della lettura di questo preciso libro fra tanti altri disponibili, però si tenga conto che ne è letteralmente preso, tanto da non sentire lo sferragliamento del treno in arrivo, trovandoselo davanti e dedicandogli un’espressione stupita.
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