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In Russia il tè è un rito ed una normalità, parte della vita quotidiana di moltissime persone. I samovar dove l’acqua ribolle e canta sono presenti ovunque dagli uffici ai vagoni dei treni a lunga percorrenza. Il samovar è imprescindibile dalla tradizione russa ed il suo delicato canto diventa un sommesso brontolio mentre sale la temperatura dell’acqua. Questo magico oggetto è composto da una parte inferiore che contiene l’acqua e che è un bollitore che mantiene sempre a temperatura l’acqua. Un tempo alimentato da braci che riscaldavano un condotto d’aria all’interno del bollitore, oggi prevalentemente elettrico. Sopra il bollitore c’è un incavo che serve per posare la piccola teiera che rimane sempre calda e che contiene un tè nero molto concentrato. I russi versano due dita di tè nero nel bicchiere e poi lo allungano con acqua calda prelevandola dal rubinetto del bollitore. Poi bevono il tè facendo sciogliere una zolletta di zucchero che stringono fra i denti perché come diceva Puskin l’estasi è bere tè nero con una zolletta di zucchero fra le labbra.
I russi sono bevitori incalliti di tè e fin dal XIX secolo quando il tè iniziò a diffondersi in tutte le regioni dell’Impero Russo e per dire resto o mancia si utilizzava il termine “za chaj” ossia “per il tè” e da sempre amano il tè con aggiunta di agrumi, fette di limone o anche marmellata di arance o ciliegie, questa tradizione ha origini antichissime e risale ad una abitudine cinese di epoca Tang, periodo in cui il tè si beveva con varie aggiunte di frutta o verdura e spezie. Attraverso le vie carovaniere che portarono il tè e le porcellane in Russia dalla Cina, arrivò anche l’abitudine di varie aggiunte che i Russi subito adottarono con entusiasmo. I russi scoprono il tè nel Seicento e grazie a Pietro il Grande le preziose foglie arrivano in Scandinavia e nell’Impero Ausburgico. Le sale da tè comparvero per la prima volta in Russia nel XVIII secolo, con il trasferimento della capitale da Mosca a San Pietroburgo nel 1712, molti vecchi ritrovi cittadini si trasformarono in esclusive sale da tè seguendo l’eco che il tè aveva riscontrato presso la corte degli Zar. Il tè veniva servito col samovar dentro tazze di porcellana o bicchieri di cristallo con Champagne Francese e degustazioni di caviale e cibi salati.I russi amano bere il tè in bicchierini di vetro o cristallo che spesso hanno un manico che fa anche da fondo per il bicchiere e che è riccamente intarsiato in filigrana di oro o argento. In alternativa si usano anche le tazze di porcellana bianche e blu, le Lomonosov, nome della storica fabbrica di porcellane degli Zar.La Fabbrica Imperiale di Porcellane di San Pietroburgo o Lomonosov è ancora in funzione dal giorno della sua storica fondazione nel 1744 e fu fortemente voluta dalla Imperatrice Elisabetta Petrovna di Russia. All’inizio produceva principalmente porcellane e manufatti destinati alla famiglia Romanov i quali erano semplici e senza decori particolari. I primi esperti ad arrivare a Pietroburgo per portare la conoscenza della manifattura della porcellana furono i Sassoni, ma successivamente la moda della porcellana di Sévres arrivò anche alla Lomonosov portando con sé la moda delle fini decorazioni floreali che venivano impreziositi con l’oro proveniente dalle monete d’oro della tesoreria Imperiale. Ma fu con Caterina La Grande che la porcellana Russa si sviluppò e nel 1756 venne ribattezzata MIP Manifattura Imperiale di Porcellane. La MIP doveva produrre solo ed esclusivamente porcellane di altissima qualità e portare grossi profitti e quindi maestri decoratori vennero fatti arrivare da Berlino e dalla Francia. Iniziò così a svilupparsi la moda delle decorazioni in stile classicista e neoclassico con miti e soggetti ellenistici e romani. Nel 1806 entrò in vigore una legge che proibiva l’importazione di porcellane straniere in Russia e la MIP divise la sua produzione in due grandi settori, la produzione di oggetti costosissimi e dedicati solo alla famiglia Imperiale e la produzione per la nobiltà russa.
I regni di Nicola I e Nicola II furono interessanti per la creatività della fabbrica, con Nicola I la fabbrica iniziò a lavorare caolino proveniente da Sévres e fonda il Museo dalla Manifattura e la Biblioteca delle Ceramiche e fa sviluppare la tecnica di smaltatura sangue blu, tipica tecnica danese. All’inizio del XX secolo la MIP era ormai una delle maggiori fabbriche europee di porcellane ed il suo segreto era nella qualità dell’impasto di argilla che veniva tenuto a macerare per dieci anni nei sotterranei della fabbrica. Con l’esplosione dell’Art Noveau la fabbrica diede il meglio con disegni e colorazioni uniche, vasi dalle forme particolari, disegni stilizzati e bizzarri. Allo scoppio della prima guerra mondiale però la MIP stava già cadendo in declino e dopo la Rivoluzione d’Ottobre la fabbrica venne ribattezzata Fabbrica di Porcellana di Stato.
Domenica 03 Novembre 2013 ho organizzato un Russian Tea Party in Villa dei Vescovi con un favoloso menu Zarista a base di salmone e dolci tradizionali Russi.... prossimamente vi svelerò tutti i trucchi per organizzare un ruski chaj con tanto di ricette e consigli.
Buon tè a tutti!
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