Salta l’articolo 18 che pare vada in pensione con il bene placido di tutte le parti sociali anche quelle sindacali! Infatti le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possono derogare a leggi sul lavoro, comprese quelle sul licenziamento, e alle relative norme contenute nei contratti nazionali.
E’ questo uno dei tanti punti della nuova manovra economica, su La Stampa si legge che la maggioranza del Governo lo stesso che cancellato il contributo di solidarietà, sostituito da misure che determinano una stretta all’evasione. La Cgil: in merito ha dichiarato «Le modifiche della maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama». Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8 della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. «Il governo autoritario distrugge l’autonomia e l’autorevolezza del sindacato». Proprio su quest’ultimo aspetto la Camusso lancia un messaggio: «È utile che Confindustria, Cisl e Uil traggano le conseguenze di tutto ciò – conclude – oltre a confermare le ragioni dello sciopero proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre, queste norme dicono anche che la scelta esplicita di questo governo è quella di impedire che le parti sociali abbiano un ruolo positivo nel contribuire al superamento della crisi e per favorire la crescita».
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