di Vincenzo Scarpello
Un aspetto che differenziava le flotte cristiane da quelle corsare era costituito dall’artiglieria navale, dovendo essere nelle navi corsare quest’ultima limitata ai tre-cinque pezzi di prora.
Questi pezzi erano generalmente una o tre pietraie centrali, il cui tiro avrebbe potuto infliggere seri danni alla nave avversaria sebbene il fine dell’assalto corsaro non fosse certo quello di colare a picco le navi, ma quello di prenderle quanto più integre possibili e di catturarne gli equipaggi. Ai lati le petriere da mascolo venivano affiancate da falconetti e colubrine, più piccole e precise delle petriere, con le quali si sarebbero potuti infliggere danni mirati alle navi nemiche.
Il munizionamento era finalizzato soprattutto ad infliggere il maggior danno possibile agli equipaggi piuttosto che alle navi, e consisteva in palle ramate o incatenate, preferibilmente di piccolo calibro. Al minimo veniva impiegato il munizionamento incendiario, molto rischioso e poco utile ai fini dell’arrembaggio. La sorte delle unità catturate dai corsari era decisa in base al fatto se dovessero essere reimpiegate a loro volta nella guerra di corsa oppure di essere utilizzate per la costruzione di nuove imbarcazioni.
Nel secondo caso, inizialmente, la nave veniva spogliata da ogni carico di valore, per poi essere condotta nei cantieri della Barberia, dove veniva smantellata ed il legname della quale utilizzato per l’allestimento di navi più utili alla corsa. In particolare erano ritenuti estremamente pregiati i cordami, dei quali gli artigiani di Barberia, per scarsezza delle materie prime, erano privi. La medesima sorte toccava alle unità militari prese prigioniere.
I pezzi di artiglieria venivano reimpiegati o sulle navi corsare o nella difesa delle fortificazioni (da qui si spiega l’estrema eterogeneità delle artiglierie che difendevano le mura di Tunisi), mentre le navi opportunamente spogliate e smantellate. Qualora invece fosse stata mantenuta nella flotta corsara, le venivano tolte solo quelle dotazioni ritenute inutili al fine per il quale sarebbero dovute essere utilizzate.