L' artista e il suo papa' - la dea e la sua mamma - focaccia con le olive

Da Saporidivini


L' ARTISTA E IL SUO PAPA'

Luca dice di vedere l’artista perfetta in Alice Ginevra. Attrice, compositrice, musicista. Estroversa fin dentro la più remota e isolata molecola, condisce ogni cliché, ogni ovvietà, ogni pour parler con humour sagace, disfando il confezionato, rimettendo a posto le tessere alla sua maniera, scardinando serrature poste ad altezze ben superiori alla sua.Non si lascia surclassare, superare, calpestare. Ha la grinta a portata di tasca. La risposta pronta all'occorrenza. Espressioni facciali tra le quanto più eloquenti mi vengano in mente. Gesti che sanno rimarcare a mo’ d’ evidenziatore, il concetto espresso.Le mani puntellate con forza sui fianchi quando ha deciso da che parte deve girare il mondo, il suo e quello degli altri.Inchini appena accennati, per congratularsi con chi l’ha positivamente sorpresa.Il dito indice accostato alle labbra quando il messaggio che sta per formulare è di particolare importanza per tutti i presenti. Drizzate bene le orecchie, pare voglia dire.Un sorriso poi, che disegna l’arcobaleno anche nella più nefasta situazione spazio temporale.Sicura di sé, del suo sapere fare e pensare, del suo volere imparare ciò che è nuovo. Visionaria “qu bi” per comporre stralci di versi sulla luna e le stelle, sulla notte e sul mare.Eccentrica nel trasformare un cassetto di foulards in vistosi bracciali, nel volere a tutti i costi dei leggins leopardati da abbinare all'ultimo paio di scarpe color oro. Nel fare un appello a fine gennaio a Babbo Natale e alle sue renne perché tornino, per favore e grazie, a farle visita, specificando vita, morte e miracoli del regalo che le piacerebbe vedere materializzarsi. Poi mi strizza l’occhio e mentre sto addentando una mela mi dice che così mamma e papà non devono spendere i soldini. Solo per un pelo non mi sono strozzo.Alice Ginevra, la meraviglia delle meraviglie. Che gioca con l’idea del francese spargendo un po’ di sberleffi e di accenti qua e là, così la sua Athena diventa “Athenà”, Luca è “babbò” e io “mammà” e non ci penso neanche a farle le pulci spiegandole che mammà, più che il tricolore francese mi faccia venire in mente una commedia di De Filippo. Alice Ginevra che ha introdotto un neologismo, per cui Egregi signori Zingarelli e Zanichelli, prendete nota. La parola in questione è ABBUDITI.Significato: pesante, faticoso. Naturalmente in senso metaforico sta per tedioso, fastidioso.Alice Ginevra detesta l’insipido, i ruoli passivi e i miei sì di circostanza che a volte, lo ammetto, mi scappano. Con la faccia contrariata mi guarda e favella “Non mi devi dire di sì, mamma!” e aggiunge “Parla, mamma, parla!”, interessata a conoscere il mio pensiero presentato sotto forma più estesa. Interessata ai particolari più che all'insieme. Da che verso il dado è tratto alla fine del discorso, lo sa decidere da sè.Sicura di essere abbastanza grande per provare a cimentarsi in tutte le attività nelle quali il babbo e la mamma mettono le mani, per regalare le sue perle di vivace e generoso contributo alla sua famiglia che è il suo ventre, la sua casa. E poco importa se aziona il pulsante della planetaria prima che il papà abbia sistemato il coperchio.Lo spettacolo del mascarpone che un sabato pomeriggio decolla, trascinandosi dietro una scia di uovo e caffè, per atterrare sul girello di Athena Giada, a parere mio contiene più suspence di tutti quei filmetti gialli che ci spacciano in TV all'ora di cena.Irruente, passionale, con quegli occhi un po’ cerbiatto che tutti invaghiscono. Alla sua prima cotta per Mo’, il protagonista maschile della serie Mia and Me, che la fa correre da babbo e le fa dire “Papà, è bello Mo’”. Tenerissimo il punto esclamativo con il quale termina la frase. Gli occhi le si illuminano e per una percettibile frazione di secondo si abbassano e si fanno timidi. La timidezza in lei è questo, un’ombra fugace che cede subito il posto alla sua bellissima, coloratissima essenza. (f.to Sabrina)




LA DEA E LA SUA MAMMA


Se si parla di Dee in terra, Athena Giada per Sabrina è l'indiscussa, la prima e l'unica, il presente ed il futuro, la definitiva negazione della bruttezza, la conferma assoluta della bellezza, il numero primo e l'infinito, l'infinito più uno dell'immensità, l'assoluto del fascino.Si perde nei suoi sorrisi e nel cangiante dei suoi occhi. Dal verde acqua all'azzurro cielo, dal marrone con striature dorate al grigio Diabolik, dal verde oliva al blu notte.Le emozioni ed il tempo atmosferico si mescolano nei suoi occhi lievitando il complice sorriso di Sabrina.Un labirinto di emozioni che cambiano ad ogni svolta, ad ogni sorpresa che le regala ogni suo nuovo passo, ad ogni cosa afferrata o gettata, ad ogni nuovo pianto, ad ogni vizio che Sabrina regala alla sua Dea.Sabrina, la regina del vizio, delle pessime abitudini di tutto quello che per la sua Dea è la cosa giusta. I giusti ritmi, il giusto momento, il tempo esatto delle cose, per la sua “dolce ossessione”, per il “frutto proibito”, quella forma sensuale che solo una madre può abbracciare.Tutto deve essere una perfetta simbiosi di scelte mai celate nella luce della prima opzione.La scelta del look di Athena Giada è importante, anche se rimane nascosto dentro il piumone che la copre dalla testa ai piedi e che solo Sabrina vedrà l'attimo prima, e quello dopo averla vestita.La preparazione del pasto, del brodino di verdure fresche selezionate, della nuova combinazione di sofisticate e personali scelte dei sapori, dosati col “bilancino” della voluttuosità del gusto perché è lei, Sabrina la prima che assaggia, che screma, che si abbandona alla certezza di quello che la Dea avrà il piacere di assaggiare.Le novità, quelle che a volte sanno di ovvio, quelle legate al suo scivolare lesta per casa, al suo afferrare alla stregua di una borseggiatrice il pezzo di carta che era lontano, là sul tavolo, il filo del carica batteria, il pupazzo preferito di sua sorella.Tutto quello che non si vorrebbe che mai lei toccasse, la Dea lo raggiunge e, veloce come il pensiero del “ora sto attenta che non lo prenda”, lo fa suo e lo nasconde in bocca, e lo assapora, lo gusta, lo morde per il godimento e per il sollievo che i nuovi attrezzi del piacere, i suoi dentini in arrivo possono avere.Sabrina la guarda, la vede piccola e la protegge dall'irruenza della sorellina, la grande che corre e salta e la schiva sempre per un nulla ma che, a volte, quel nulla non c'è, e quello che rimane sono grida di dolore inaspettato e di paura strozzata.Se si parla di Dee in terra Sabrina ha la certezza di esserne la Madre. Di amarle entrambe, allo stesso e sviscerato modo.Ne ha generate due. Due copie di lei, della sua passionalità, della sua curiosità straripante, spandendo in ognuna delle sue copie, quantità in eccesso dei suoi pregi e, la vedo dura per Sabrina, rivedersi all'ennesima potenza.Se si parla di Dee in terra... io ne ho tre!(f.to Luca)



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Una delle focacce più buone in assoluto. Semplicemente perfetta.



FOCACCIA CON LE OLIVE




Ingredienti:

600 g di farina (noi abbiamo usato la 00)
25 g di lievito madre essiccato1/2 cucchiaino di zucchero450 ml di acqua tiepida1 cucchiaino e mezzo di sale fino6 cucchiai di olio extravergine d'olivauna manciata di olive verdi denocciolate (abbiamo usato le olive in salamoia, dopo averle ben sgocciolate)
Consigliamo l'utilizzo di lievito madre essiccato e non di lievito fresco di birra per la preparazione di questa focaccia. Per prima cosa sciogliamo il lievito nell'acqua tiepida, aggiungendo lo zucchero.
Nella planetaria versiamo la farina, il sale, l'olio, infine il lievito sciolto nell'acqua e l'acqua. Impastiamo usando il gancio. Ovviamente si può impastare anche con le mani.
L'impasto deve essere soffice, grosso modo come l'impasto della pizza.
Lo lasciamo riposare 24 ore in frigorifero, coprendo la ciotola che lo contiene, con della pellicola trasparente.
Il giorno dopo  foderiamo una teglia con della carta da forno e vi andiamo a stendere l'impasto, non prima di avere aggiunto le olive. Per finire, spennelliamo la superficie della nostra focaccia con una miscela di acqua, olio extravergine d'oliva e sale fino.
La lasciamo riposare un'ora abbondante nel forno spento.
A questo punto la inforniamo nel forno caldo a 220C per 25 minuti. La superficie assumerà un colore piacevolmente dorato.
Buonissima. La rifaremo presto perchè anche Alice Ginevra se ne è innamorata.

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