L’ascesa del front national francese

Creato il 04 novembre 2013 da Conflittiestrategie

[Traduzione della Redazione da: The Rise of France's National Front | Stratfor]

Sommario

Il continuo aumento di popolarità del partito del Fronte Nazionale francese mette in luce il modo in cui la crisi europea ha rafforzato i partiti politici nazionalisti che generalmente si oppongono all’immigrazione e all’integrazione europea. Del resto, il successo del Fronte Nazionale ha avuto una notevole influenza sulla politica francese e anche i risultati di partiti simili altrove in Europa sono stati notevoli. Nel breve periodo, questi partiti costringeranno quelli tradizionalmente moderati ad adottare sempre più agende nazionalistiche. Nel lungo periodo, i partiti nazionalisti potrebbero andare essi stessi al potere – da soli o in coalizione – completando così i loro sforzi per essere percepiti come accettabili alternative alle élite mainstream europee.

Analisi

Un sondaggio pubblicato dal quotidiano francese Le Figaro il 2 ottobre ha aperto un dibattito in Francia sul ruolo del Fronte Nazionale, il più grande partito nazionalista del paese. Secondo il sondaggio, il 33% dei cittadini francesi vorrebbe vedere il leader del partito Marine Le Pen svolgere un ruolo maggiore nella politica francese in futuro, dandole il terzo voto più alto tra i politici francesi dopo il ministro dell’Interno Manuel Valls ( 43%) e l’ex presidente Nicolas Sarkozy ( 35%), in linea con la popolarità del primo ministro Francois Fillon e del direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, che hanno ricevuto il 33% ciascuno nelle preferenze. Cosa più importante, la popolarità di Le Pen è notevolmente superiore a quella dell’attuale presidente Francois Hollande, che ha ricevuto solo un 23% nel sondaggio.

La crescente popolarità di Le Pen è significativa per diverse ragioni. In primo luogo, rappresenta la continuazione di una tendenza che è cominciata con la crisi europea. Nel primo turno delle elezioni presidenziali del maggio 2012, Le Pen ha ottenuto il 17,9% dei voti, la migliore performance mai vista da parte di un candidato del Fronte Nazionale. Il partito ha riscosso particolare successo nel Nord-Est e nel Sud-Est della Francia, le regioni con i più alti livelli di disoccupazione, confermando lo schema che è stato visto nel resto d’Europa: la crisi economica sta incrementando la popolarità dei partiti nazionalisti, soprattutto tra i disoccupati e coloro che sono particolarmente vulnerabili per via dell’indebolita economia dell’Europa.

Le radici del successo del Fronte Nazionale

Inoltre, la crescente popolarità del Fronte Nazionale indica che il partito è riuscito a presentarsi come un partito “normale” in Francia. Il Fronte Nazionale è stato fondato dal padre della Le Pen, Jean-Marie, nei primi anni ‘70. Quando esso godeva di un notevole sostegno popolare tra la fine degli anni ‘80 e primi anni 2000, Jean -Marie era una figura molto polarizzante. Ha minimizzato l’Olocausto ed è stato condannato più volte con l’accusa di razzismo o di incitamento all’odio razziale.

Quando Marine Le Pen ha preso la leadership del partito alla fine degli anni 2000, ha cambiato rotta. Per migliorare l’immagine del partito nei media mainstream, ha ammorbidito la retorica del partito e si è sbarazzata dei suoi elementi più controversi. Per esempio, Le Pen ha mantenuto la posizione del partito di opposizione all’immigrazione, ma ha focalizzato la sua critica degli immigrati su questioni economiche, piuttosto che in termini razziali. Ha anche fortemente respinto la qualifica del Fronte Nazionale come un partito di estrema destra, affermando che il partito non ha legami con estremisti o gruppi violenti.

Le Pen ha iniziato inoltre concentrandosi di più su altre questioni economiche, affinando la sua critica alla globalizzazione e difendendo le politiche protezionistiche. Ha criticato con forza l’accordo di Schengen, il trattato che ha eliminato i controlli delle frontiere tra gli Stati membri dell’UE e ha sostenuto il ritiro francese dalla zona euro. Dal suo punto di vista, la crisi europea ha rafforzato le denunce del Fronte Nazionale circa la perdita di sovranità della Francia rispetto all’Unione Europea.

L’impatto della crisi economica sui sentimenti politici francesi si è visto ripetutamente negli ultimi anni. Alla fine del 2011 e all’inizio del 2012, Sarkozy ha minacciato di sospendere temporaneamente la partecipazione della Francia all’area Schengen, e la polizia francese ha preso di mira gli accampamenti di immigrati rom a Parigi e nelle altre maggiori città. Attualmente, il governo Hollande è preso da attriti interni causati dalla dichiarazione del ministro degli interni che è impossibile per la Francia integrare i 20.000 rom stimati che vivono in Francia, e che alcuni dovrebbero essere espulsi. (Queste dichiarazioni sono state criticate dai membri di sinistra del governo). Con entrambi, Sarkozy e Hollande, la Francia è stata uno dei principali paesi che si oppongono all’adesione della Bulgaria e della Romania allo Spazio Schengen.

All’inizio di settembre, l’ex primo ministro Francois Fillon dell’Ump di Sarkozy ha dichiarato che il voto per il Fronte Nazionale potrebbe essere accettabile per sconfiggere il partito socialista di Hollande. La dichiarazione è stata altamente simbolica, dal momento che il Fronte Nazionale è tradizionalmente stato isolato nella politica francese e i partiti moderati hanno generalmente rifiutato la cooperazione con esso.

Gli effetti in Europa

I cambiamenti politici in Francia sono stati rispecchiati nel resto d’Europa, con la crisi economica che apre le porte ai partiti nazionalisti all’interno del continente. Anche se ognuno ha caratteristiche diverse, tali partiti condividono tre elementi chiave. Primo, essi tendono a criticare fortemente l’establishment politico e ad attrarre persone deluse dalle élite tradizionali. Secondo, essi rifiutano i vari aspetti del processo di integrazione europea (più comunemente la libera circolazione delle persone attraverso le frontiere e la moneta comune). Terzo, essi stanno diventando sempre più convincenti nel presentarsi come alternative accettabili rispetto ai partiti tradizionali.

Il recente aumento della retorica euroscettica e anti-immigrazione del governo britannico può essere in parte spiegato con l’aumento della popolarità dell’Independence Party del Regno Unito, che ha criticato con veemenza la perdita di sovranità del paese a Bruxelles. Nei Paesi Bassi, il Partito per la Libertà combina una forte retorica anti-musulmana con una richiesta di uscita dalla zona euro. Anche in Austria, il paese con i più bassi livelli di disoccupazione nell’Unione Europea, il Partito della Libertà anti-immigrazione sta sfidando l’establishment del paese.

Queste partiti non necessariamente coordinano le loro azioni, ma la crisi europea sta creando un certo spazio per la cooperazione. Nel 2010, il Fronte Nazionale, il Partito della Libertà austriaco, l’Independence Party britannico, il Vlaams Belang belga e altri hanno creato l’Alleanza europea per la libertà. All’inizio di quest’anno, Le Pen e il leader del Partito per la Libertà di Geert Wilders hanno accennato alla possibilità di una campagna insieme in futuro.

In questo contesto, il prossimo campo di battaglia saranno le elezioni del Parlamento europeo, in programma per la metà del 2014. Il voto è spesso visto come un importante indicatore della popolarità dei governi nazionali e spesso ha implicazioni interne. La Svezia, dove i Democratici svedesi, anti-immigrazione, hanno fatto ingresso in parlamento per la prima volta nel 2010, e l’Ungheria, dove il partito anti-rom Jobbik rimane forte, avranno le elezioni generali del 2014, mentre elezioni municipali e locali saranno tenute altrove, anche in Francia e Regno Unito. Dal momento che la disoccupazione rimarrà alta e la crescita economica rimarrà bassa nella zona euro il prossimo anno, ci si può aspettare una forte performance dei partiti più nazionalisti.

Nel breve termine le conseguenze della crescita di popolarità dei partiti nazionalisti si vedranno soprattutto nel modo in cui i partiti moderati adotteranno programmi nazionalisti. Nel lungo periodo i partiti nazionalisti potrebbero alla fine accedere al potere, sia da soli sia in alleanze con partiti di centro-sinistra e centro-destra. Della loro capacità di esibirsi nel mainstream si parlerà, in quanto gran parte della loro popolarità si è basata sulla loro ferma opposizione alle élite tradizionali. In ogni caso, i loro sforzi si concentreranno nell’indebolire le fondamenta istituzionali dell’Unione Europea, in particolare la libera circolazione di persone, beni e servizi nel continente.


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