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L’ASIA e il nostro FUTURO

Creato il 21 ottobre 2010 da Pinomario

Quale futuro? Come rispondere a questa domanda senza uscire dalla camicia di forza dei modelli di pensiero regolati troppo su consuetudini e aspettative, considerate ovvie? A distanza di secoli, ormai, da quando l’umanità, a partire dalla rivoluzione scientifica, ha cominciato ad autocomprendersi prevalentemente proiettata verso il futuro e non più ossessivamente rivolta solo verso l’origine e il passato, non sarebbe il caso di dare un senso pieno e adulto all’idea di futuro?  Senza trepidazioni e timidezze! Infatti, il futuro è tale perché ci viene incontro da un “altrove”, dal futuro appunto e non può sempre essere la rassicurante proiezione del nostro prevedibile presente! Il vero senso del “nuovo” (questo dio – per il resto - tra i più adorati oggi!)  è qui. Il nuovo non può essere solo l’ultimo telefonino o l’ultima play station o l’ultima moda. Il nuovo è il “novum”, il “nuovo-nato”, quello che, nonostante tutte le tecniche diagnostiche che rilevano rassicuranti tracce familiari, rimarrà comunque imprevedibile, irriducibile, e per certi versi sempre “estraneo”, “straniero”! (non sarebbe il caso di far riemergere la curiosità, l’appello e l’avventura depositati in questi termini, senza associare ad essi solo una fredda lontananza o rischi eventuali?)Noi “moderni” – all’apparenza così decisamente alla rincorsa del progresso, così annoiati dall’ordinario e dal quotidiano, così amanti di qualunque effimera novità - dovremmo guardare al futuro non con paura (atteggiamento che, paradossalmente, è, difatti, paura di cambiare e quindi paura di ciò che è veramente “nuovo”!), ma con lo stesso “anelito” che guida il bocciolo verso la luce del sole o con la fretta del bambino di crescere! Invece sembriamo dei “dilettanti allo sbaraglio”, ansiosi di provare un’ auto da corsa e  poi, una volta avviati a tutta velocità, impegnati, quasi sempre, con angoscia  e disperate implorazioni, a frenare!
Quale sarà il futuro di questa nostra umanità su questo pianeta ormai così piccolo? Quale cultura prevarrà, quale sistema politico, quale religione, quale sistema economico, quali ideologie? Nessuno potrebbe dirlo! Ma è proprio necessario immaginare una soluzione a somma non zero? O abbiamo la possibilità di immaginare un futuro possibile e nuovo?. Forse abbiamo la possibilità di allenarci a un nuovo modo di essere e di convivere su questo pianeta. Tentando di re-inventarci, come singoli e come gruppi, di rompere l’inerzia dei nostri schemi mentali e culturali, immaginando nuovi modi di essere e di pensare, ricercando nuovi linguaggi per pensare  e dire le cose che amiamo e crediamo! “Le cose stesse, diceva Nietzsche, cercano solo le parole per essere dette”: è mai possibile che non esistano parole per dirci e dire, in un mondo sempre più diverso e plurale, diversamente, le cose importanti? Beh! Se ci guardassimo intorno, se ci accorgessimo e facessimo attenzione a quello che capita là fuori, oltre il nostro cortile occidentale…; se, sordi ai martellanti “bollettini imperiali”, sapessimo scoprire con rispetto e curiosità altre vite, altri volti….C’è infatti da qualche parte, sul nostro pianeta, un luogo dove forse si sta sperimentando il futuro! Forse quel luogo da dove si è originata la nostra storia può fare ancora da mentore per nuovi percorsi umani. Questa volta, mano nella mano, guardandosi negli occhi, scambiandosi doni! È nell’immensità della diversità asiatica che forse è la chiave del futuro dell’umanità! Immensità e pluralità, immensità e contiguità, immensità e comunicazione: ecco a cosa essere attenti, forse! In quelle aree geografiche immense, vive il 60% della popolazione mondiale. Quelle regioni immense e spesso affascinanti sono il luogo di colori, paesaggi e tradizioni diverse, di linguaggi, culture e religioni diverse, di entità politiche differenti e diversi sistemi politici ed economici, alcuni più avanzati, altri meno. Eterogeneità dell’Asia! In Asia sono rappresentate tutte le maggiori religioni del mondo: il cristianesimo, l’islam, l’induismo, il buddismo. Anche i sistemi politici sono molto diseguali: regni semifeudali in Kuwait e in Arabia, sistemi militari in Cambogia e Myanmar, regimi a partito unico in Indonesia e a Singapore, regimi comunisti in Cina e in Vietnam, democrazie nelle Filippine, in India, in Malesia e nello Sri Lanka. Comune a tutti questi e altri paesi sono ideologie diverse. Anche i sistemi economici vanno da economie di sussistenza tribali a economie di mercato molto avanzate, a modelli di economia mista e ad economie programmate. In questa complessa e immensa pluralità di realtà e condizioni umane la discussione e il dialogo tra prospettive e orientamenti diversi sono l’unica possibilità, pur attraverso momenti di tensione. Lì, l’attraversamento di frontiere culturali e religiose per entrare a far parte di comunità di comprensione e solidarietà, anche quando le diversità non possono essere completamente superate, è una necessità vitale. Non potrebbe essere l’Asia una bella palestra e fecondo laboratorio per un nuovo modo di essere umani oggi? Sono cieco e ignorante, ma intuisco
che sono molte le strade
(J.L.Borges) 


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