Dopo il successo delle «sfumature» nel nostro paese con un paio di milionate di copie vendute in tre mesi (solo gli Stati Uniti e il regno Unito hanno fatto meglio) ecco che, stando a Laura Donnini, responsabile della direzione generale Mondadori, «È già all’opera un’intera squadra di scrittrici che però non rinunceranno ai topoi classici della storia d’amore, il principe azzurro e il lieto fine».
È una notizia ghiotta, soprattutto per le giovani lettrici sognanti e le casalinghe più o meno frustrate a battere il ferro da stiro sulla tavola, a pulir culetti di neonati (ma ora lo fanno anche i babbi, dai) e a trascinare borsoni di spesa lungo la strada, insieme a tutta quella tribù di femmine assatanate di sesso che solo mica i maschi ne sono i proprietari assoluti (ovvia!). E io già mi immagino una trenata di Liale debosciate a picchiettar sui tasti del computer e buttar giù a ritrecine storie sentimental piccanti con bordelloni stasatori e principi azzurri ben piantati su solidi portafogli, per recare insidie fascinose nella vita stantia di ingenue ragazzotte e di fanciulle stagionate, pronte ad un’orgia di erotismo squillante da far cantare le campane a festa.
Il sottoscritto, che non vuole rimanere fuori dal giro, come detto da altra parte, ha già buttato giù un suo canovaccio cercando di inserire la storia nel contesto giallo a lui più congeniale. In breve (ma breve, breve) l’assassino è un giovanottone psicopatico superdotato con un pisello di cinque chili che porta in carrozzina. Questo tizio, fissato con il kamasutra, fa all’amore con le signore-signorine conquistate in giro per il bambino esposto che è tanto caruccio tutto il suo babbo, seguendo con preciso ordine le posizioni del sacro testo, praticamente uccidendole mentre sono al culmine del piacere. Amore e morte allo stesso tempo. Al compimento dell’ultima posizione schianta anche lui e si va tutti a casa. Titolo Il batacchio infernale, Casa editrice Sottoachitocca 2012. Piuttosto greve ma di sicuro effetto.
Fabio Lotti per Voci Amiche
Magazine Cultura
Dopo il successo delle «sfumature» nel nostro paese con un paio di milionate di copie vendute in tre mesi (solo gli Stati Uniti e il regno Unito hanno fatto meglio) ecco che, stando a Laura Donnini, responsabile della direzione generale Mondadori, «È già all’opera un’intera squadra di scrittrici che però non rinunceranno ai topoi classici della storia d’amore, il principe azzurro e il lieto fine».
È una notizia ghiotta, soprattutto per le giovani lettrici sognanti e le casalinghe più o meno frustrate a battere il ferro da stiro sulla tavola, a pulir culetti di neonati (ma ora lo fanno anche i babbi, dai) e a trascinare borsoni di spesa lungo la strada, insieme a tutta quella tribù di femmine assatanate di sesso che solo mica i maschi ne sono i proprietari assoluti (ovvia!). E io già mi immagino una trenata di Liale debosciate a picchiettar sui tasti del computer e buttar giù a ritrecine storie sentimental piccanti con bordelloni stasatori e principi azzurri ben piantati su solidi portafogli, per recare insidie fascinose nella vita stantia di ingenue ragazzotte e di fanciulle stagionate, pronte ad un’orgia di erotismo squillante da far cantare le campane a festa.
Il sottoscritto, che non vuole rimanere fuori dal giro, come detto da altra parte, ha già buttato giù un suo canovaccio cercando di inserire la storia nel contesto giallo a lui più congeniale. In breve (ma breve, breve) l’assassino è un giovanottone psicopatico superdotato con un pisello di cinque chili che porta in carrozzina. Questo tizio, fissato con il kamasutra, fa all’amore con le signore-signorine conquistate in giro per il bambino esposto che è tanto caruccio tutto il suo babbo, seguendo con preciso ordine le posizioni del sacro testo, praticamente uccidendole mentre sono al culmine del piacere. Amore e morte allo stesso tempo. Al compimento dell’ultima posizione schianta anche lui e si va tutti a casa. Titolo Il batacchio infernale, Casa editrice Sottoachitocca 2012. Piuttosto greve ma di sicuro effetto.
Fabio Lotti per Voci Amiche
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