L'ASSASSINO NON SA SCRIVERE - Stefano Piedimonte

Creato il 22 maggio 2015 da Lalettricerampante
Vi capita mai di prendere in mano il nuovo libro di un autore di cui avete già letto altri romanzi, convinti di trovarci dentro qualcosa e ritrovarvi invece di fronte a qualcosa d'altro? Ma così tanto diverso da chiedervi se non vi siete confusi o se non si tratta, magari, di un caso di omonimia?Ecco, la primissima reazione dopo poche pagine di L’assassino non sa scrivere di Stefano Piedimonte è stata questa. Avevo letto e adorato il suo romanzo d’esordio, Nel nome dello zio. Letto e apprezzato un po’ meno il seguito, Voglio solo ammazzarti, pur avendoci trovato  tutta l’ironia e la verve del precedente; quindi quando è uscito quest’ultimo romanzo e ne ho letto la quarta, ero sicura che al suo interno avrei ritrovato lo stesso stile ironico e geniale, la stessa critica violenta attraverso l’esasperazione e la presa in giro dei protagonisti (se avete letto i due romanzi precedenti capite di cosa sto parlando), lo stesso ritmo narrativo e  lo stesso numero di risate.  
Ma non è stato così. Ci ho trovato qualcosa di diverso, qualcosa di meno, ma anche qualcosa di più. 
L’assassino non sa scrivere è ambientato a Fancuno, un paesino sperduto popolato da pochi abitanti che si conoscono tutti tra loro. In passato arrivava anche qualche villeggiante, per il gusto di poter dire “quest’estate me ne vado a Fancuno”, ma con gli anni si sono affievoliti. Finché in paese non compare all’improvviso un serial killer che ha due particolarità ben precise: sembra ammazzare quasi a caso, senza metodi e senza logica, e, soprattutto, non sa scrivere, come si evince dai bigliettini che lascia sulle sue vittime firmati Sirial Ciller.  Il paese, un po’ innervosito dagli omicidi e soprattutto dall’ignoranza di chi li compie, si trova così sommerso di giornalisti e curiosi. Intanto, oltre alla polizia, ad indagare ci sono un gruppo di amici del bar di Siusy, tra cui il narratore stesso che è un giornalista vicino alla pensione,  che piano piano, tra ricordi del passato e piccoli indizi nel presente, arrivano a collegare quello che sta succedendo con la leggenda del paese, quella del bosco che uccide o fa del male a chiunque ci entri, a meno che non sia protetto. Che l’assassino voglia vendicarsi per qualcosa che il bosco gli ha tolto? 
La lettura di L’assassino non sa scrivere non è stata come quella dei romanzi precedenti, vi dicevo. Diversa nel bene e diversa nel male.Il libro mi è piaciuto, anche se forse in alcuni punti si perde un po’ e soprattutto nel finale manca qualche dovuta spiegazione. Così come mi è piaciuto molto lo stile di Stefano Piedimonte, che sa scrivere indubbiamente bene, anche quando decide di cambiare ambientazione e allontanarsi dai suoi romanzi precedenti . C’è della poesia in questo romanzo che nei precedenti non c’era, della nostalgia, dei legami con il passato e le proprie tradizioni che nei precedenti non c’erano. E so già che alcune delle frasi che ha piazzato qua e là rimarranno con me a lungo.
Odiare una persona che non c'è vuol dire disperdere il proprio odio in giro per il mondo, distribuirlo senza un criterio, fare del male a chi non lo merita. Lo so, è impossibile pensare che non ci sia nessuno con cui prendersela. Lo so benissimo. Ma non è giusto che questo «nessuno» diventi «tutti».
Al tempo stesso, però, c’è qualcosa che non mi ha convinta del tutto. Mi è sembrata una scrittura più matura  e più profonda sicuramente, ma al tempo stesso l’impressione è che Piedimonte non abbia avuto il coraggio di abbandonare completamente quello che è stato in passato (forse per paura di deludere le aspettative dei lettori?), dosando in modo non sempre perfetto il racconto ironico e la parte drammatica della sua storia. Così come anche le critiche, questa volta dirette ai giornalisti e a chi lucra sui fatti di cronaca nera, ci sono e non ci sono, come se avesse voluto farle ma non avesse osato andare fino in fondo.
Probabilmente chi non ha letto i romanzi precedenti non si accorgerebbe di queste cose. Noterebbe solo la bellezza e la tristezza della storia di Siusy, ammirerebbe il cane fosforescente, riderebbe per alcune delle vicissitudini di alcuni degli abitanti di Fancuno  e proverebbe un po’ di nostalgia per quel legame che si crea tra chi vive sempre e da sempre nello stesso posto, oltre ovviamente ad appassionarsi a questo serial killer e alle indagini per scovarlo.Ed è su queste cose che mi voglio concentrare, perché alla fine è giusto, e ovvio, che uno scrittore cambi, maturi e tenti ogni tanto strade diverse da quelle che ha sempre percorso. E, per quanto spesso inevitabile, non è giusto valutare un nuovo libro, soprattutto se così diverso, in base ai precedenti.
Per cui sì, L’assassino non sa scrivere mi è piaciuto, con solo qualche piccola riserva, e mi sento di consigliarlo a tutti, che conosciate già Stefano Piedimonte o no.
Titolo: L'assassino non sa scrivereAutore: Stefano PiedimontePagine: 248Editore: GuandaAnno: 2014Acquista su Amazon:formato brossura: L'assassino non sa scrivereformato ebook: L'assassino non sa scrivere (Guanda Noir)

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