Volevo soltanto segnalare (credimi, senza alcun intento polemico!) ai lettori di Quaderni Corsari che prendo atto del fatto che la mia replica alla replica dell’assessore De Bona è rimasta lettera morta.
Parlare di musica e cultura popolare con l’assessore De Bona è effettivamente difficile
Il punto mi pare non è che l’assessore decida di non rispondere al mio intervento, cosa assolutamente legittima, quanto piuttosto che non senta il bisogno di contribuire al dibattito sul tema della musica popolare (e per esteso della cultura popolare) avviato su queste pagine facendo capire se, oltre al pur meritorio lavoro del Museo della Civiltà Contadina, esiste la volontà di esprimere un qualsivoglia progetto ‘strutturale’ nel merito.
Perché a prescindere da chi scrive (nel 2003 ho pubblicato uno dei pochi contributi esistenti in Italia sul tema e non mi ‘candido’ a nulla), credo siano presenti nel nostro territorio personalità autorevoli che meriterebbero di essere coinvolte nell’ipotesi di una seria progettazione, soprattutto nell’interesse della città.
Alcuni esempi?
Mario Lodi, Giuseppe Morandi, Azzali Gianfranco (detto “Micio”), Enrico Tavoni, Sergio Lodi…
Uomini di cultura apprezzati a livello nazionale e internazionale che ho l’impressione non beneficino del giusto e naturale riconoscimento locale, misconosciuti se non addirittura ignorati da amministratori e privati e preferiti ad altre, discutibilissime ‘sirene’…
Perché non promuovere una riflessione allargata sui temi della musica e della cultura popolare che rivitalizzino e rilancino la morente, insensata logica ‘museale’ della conservazione stabilendo connessioni con la contemporaneità?
Luca Ferrari