Perché ho voluto pubblicare alcuni stralci della sentenza sulla confisca dei beni dei Nirta? Due sono i motivi: il primo è che mi sembra opportuno invitare la cittadinanza a una maggior attenzione verso le sentenze che sono atti pubblici e quindi consultabili. Una democrazia sava e viva necessita di conoscenza. Secondo è che il concetto di prevenzione del reato che sortisce dalla sentenza, è importantissimo: “La Cassazione ha inoltre precisato che ” la pronuncia assolutoria e irrevocabile, non comporta l‘automatica esclusione della pericolosità, quando la valutazione di tale requisito sia effettuata dal giudice della prevenzione in base ad elementi distinti, ancorché desumibili dai medesimi fatti storici tenuti in rilievo nella sentenza”. La logica del decreto di confisca dei beni dei Nirta capovolge quindi la “way of life” berluskoniana. Qual’è il infatti il nocciolo del pensiero (e della prassi…) berluskonista? Eliminare dalla società il concetto di controllo e disapprovazione sociale. Vale solo il risultato, (politico, economico, sportivo) comunque ottenuto, magari barando. Vige il machiavellismo deteriore, da bar sport: il fine giustifica i mezzi. In realtà una società è democratica, ordinata ed ugualitaria, solo se afferma e pratica il contrario:
non tutti i mezzi (ad esempio quelli truffaldini e criminali…) possono essere usati per raggiungere un fine. Se ogni mezzo è valido, i deboli non sono tutelati. Con la scusa della “libertà d’iniziativa”, il berluskonismo mira a cancellare ogni disciplina riguardante la sfera etica del comportamento ed il conseguente giudizio, morale o deontologico. Ogni giudizio di comportamento e di valore viene bandito, annullato dalla sfera penale cui tutto è demandato. Salvo poi, una volta emesso un giudizio di condanna, delegittimare la sfera penale con giudizi politici sui giudici ( la supercazzola sulla “toghe rosse” ecc…). La logica della legge e delle misure di prevenzione che abbiamo visto applicate al caso Nirta è opposta: un’assoluzione penale dal reato di associazione a delinquere non significa che il soggetto sia raccomandabile. La pericolosità sociale non si esprime solo violando il codice penale. Un individuo è pericoloso socialmente sia che stia per compiere atti delittuosi, sia che abbia patrimoni spropositati rispetto alle sue attività riconosciute. I contatti e le frequentazioni con malavitosi sono indizio di vita deviante. A me viene in mente qualcuno bis. (roberto mancini)