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L’astensione soccorre Renzi travolto al sud dallo tsunami Grillo

Creato il 25 maggio 2014 da Blogaccio @blogaccioBlog

Grillo come eolo, il dio del ventoPiù di così, non so cos’altro potevo fare ha confidato venerdì notte ad alcuni amici sotto il palco di piazza della Signoria a Firenze. I sondaggi che gli hanno recapitato al Nazareno lo danno sì a distanza di sicurezza, ma quello che sta per formarsi nelle urne è un vento caldo che dal sud arriva e lo tiene sveglio, ed anche se un pò lento alla fine arriverà, mettendo in forse la sua permanenza a Palazzo Chigi come anticipato dal New York Times. Nel meridione si sta preparando il tonfo del PD travolto dallo tsunami di Grillo soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania. Difficile conquistare nuovi voti anche per l’ultimo partito di governo strutturato sul territorio, nella migliore delle ipotesi manterrà il 22% raggranellato alle precedenti politiche nel sud. Non è infatti un caso se non si sono ascoltati i ripetuti appelli al voto come si era soliti sentire nelle precedenti consultazioni. Renzi spera che gli venga in soccorso l’astensione per arginare in qualche modo almeno in termini percentuali, gli effetti politici che l’avanzata grillina verso Bruxelles può avere sulla politica nazionale. Più alta sarà l’astensione, meglio il PD potrà mantenere la posizione nell’impossibilità accertata dai ripetuti sondaggi, di guadagnare nuovi consensi al sud da aggiungere alla fetta consolidata. Se come tutto lascia pensare, gli elettori dovessero confermare col loro voto d’opinione alle europee il tripolarsimo, il sistema politico italiano apparirà come sospeso tra Weimar e la DC. Il rifiuto infatti del M5S di contaminarsi coi vecchi partiti rende nei numeri impossibile ogni alternanza e condanna per necessità il PD alle larghe intese, situazione che ricorda da vicino il predominio sul governo esercitato dalla DC per cinquant’anni. Almeno un risultato però sembra essere stato raggiunto, Forza Italia in un simile scenario, sembra fuori dai giochi. Gli mancherebbe quel consenso che i capibastone cosentiniani decisivi nel 2009, non sono al momento in grado di procurare proprio grazie al successo inatteso del M5S sul territorio delle regioni meridionali.


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