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L’atomo del consenso berlusconiano.

Creato il 27 novembre 2013 da Catreporter79

“Siete ancora oggi come sempre dei poveri comunisti”

L’atomo del consenso berlusconiano.

Incapsulata in alcuni fondamenti della propaganda di tipo politico (“ripetizione”, “slogan”, “etichettamento”, “proiezione o analogia”, “semplificazione”) l’accusa di “comunismo” brandita e sostenuta con incalzante continuità dal 1993 ad oggi, si colloca senza tema di smentita come la punta di lancia ed il vertice della strategia autopromozionale berlsuconiana. Attraverso essa, l’ex Premier è infatti stato capace di darsi una riconoscibilità ideologica e politica (vitale per un personaggio proveniente da un settore del tutto altro, diverso ed antitetico) e, cosa più importante, a riorganizzare e polarizzare verso di sé quella piattaforma elettorale e comunitaria vasta , variegata e composita che dal 1946 (e non dal 1948) fino al 1994 aveva sostenuto le forze a vocazione liberale. Berlusconi non ha, infatti, inventato un consenso ma ha riorganizzato un consenso, spostandolo dalle carcasse del pentapartito alla sua nuova intuizione politico-elettorale, in virtù di un medium efficacissimo: la televisione. Si potrà quindi sostenere che, almeno in parte, non abbia operato nessuna mutazione del tessuto antropologico o culturale della comunità italiana, come uno stilizzato refrain vorrebbe invece dare ad intendere. In parte, perché è comunque innegabile come dopo il suo ingresso in politica l’asticella della tollerabilità etica si sia notevolemente abbassata, portando l’elettorato di centro-destra (storicamente e dottrinalmente legato ai valori della linearità morale) ad accettare scorribande comportamentali impensabili soltanto qualche decade fa.

Ancora una volta, opinion makers, agit prop, analisti e spin doctor della parte avversa si sono dimostrati immaturi ed inefficaci, concentrandosi sullo screditamento del fenomeno e non sulla sua lettura e penetrazione



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