È arrivato in Italia da qualche settimana un anime che ha riscosso un successo enorme ed inaspettato in Giappone, Shingeki no Kyojin, tradotto da noi con il titolo L’attacco dei Giganti. Tratto dall’omonimo manga ideato e disegnato da Hajime Isayama (vincitore di vari premi e riconoscimenti per quella che di fatto è stata la sua prima opera balzata agli onori della cronaca), questo anime con la regia di Tetsurō Araki (noto al grande pubblico per Death Note) è stato prodotto da Wit Studio e trasmesso a partire dal 7 aprile 2013 sull’emittente giapponese MBS (siamo arrivati al tredicesimo episodio su un totale che si presume dovrebbe essere di 25). Rapidamente la fama sia del manga che dell’anime si è diffusa negli Stati Uniti e in Europa, e attraverso lo streaming e il passaparola in pochissime settimane è diventato un cult per gli appassionati del genere. La sua più grande peculiarità è l’ambientazione in un Medioevo alternativo in cui l’umanità è stata quasi distrutta dai Giganti, creature mitologiche dalla fisionomia umana ma di altezza e forza infinitamente superiore, primitivi nelle usanze e arretrati nella tecnologia, che hanno come unico scopo la distruzione della civiltà e il nutrirsi di uomini.
L’azione comincia quando ne compare uno alto sessanta metri, che riesce a distruggere le mura della città di Shiganshina. I Giganti con furia si dirigono al suo interno distruggendo ogni cosa e divorando quanti più umani è possibile, mentre chi riesce a fuggire cerca di trovar riparo nei meandri più interni della cittadella. Finito l’attacco i Giganti spariscono misteriosamente e lasciano dietro di loro morti e macerie. Tra i sopravvissuti alla tragedia vi sono i tre protagonisti della storia: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. Nel giorno dell’irruzione dei Giganti, Eren perde sua madre, la quale viene divorata davanti ai suoi occhi; l’accaduto genera nel ragazzo un odio particolare verso di loro, odio che sconfigge la paura e lo spinge a decidere di iniziare un’avventura che lo porterà a tentare di sterminarli tutti. Trascorso qualche anno dall’accaduto, i tre amici sono cresciuti e fanno parte delle guardie della città, quando i Giganti si presentano di nuovo. Per Eren, Mikasa, Armin e le altre reclute inizia così la possibilità di vendicare la tragedia a cui hanno assistito da piccoli.
Un po’ di confusione colpisce lo spettatore, specialmente il meno abituato al genere, disorientato dall’abilità dell’autore di inserire una notevole serie di flashback all’inizio della storia saltando di volta in volta dal passato più remoto, a quello che riguarda l’attacco subito dai tre giovani protagonisti, al presente narrativo in cui agiscono e combattono. Ma, superata la prima fase di disorientamento, questo escamotage paradossalmente immerge lo spettatore nella tragedia, facendolo affezionare ai personaggi le cui storie vengono sviscerate aiutando a comprendere le forti ragioni per cui si ritrovano a voler distruggere la razza dei Giganti. Il ritmo è un po’ lento e a volte pieno di dialoghi che in alcuni momenti distraggono un po’ dalla trama principale, comunque senza mai annoiare.
Un clima gotico e a tratti inquietanti e un disegno minuzioso nei particolari riescono a fare appassionare fin dal primo episodio lo spettatore e a spingere i più curiosi ad acquistare il manga per riuscire ad andare velocemente avanti con la storia che si fa di puntata in puntata sempre più fitta ed interessante rendendo di fatto L’attacco dei Giganti il fumetto di maggiore successo degli ultimi tempi, e una delle opere del panorama giapponese più piacevoli ed intriganti. Consiglio ai fan del genere shonen di iniziare a vederlo per approcciarsi a questo mondo che ti cattura, nonostante sia un fantasy, per il crudo realismo di molte sue scene e per la diversità di proposta rispetto agli altri anime presenti oggi sul mercato.