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L’attacco di Zedda secondo Biolchini

Creato il 22 ottobre 2012 da Nonzittitelarte

L’attacco di Zedda secondo BiolchiniAltro che donne incinta! L’attacco di Zedda ai lavoratori del Lirico è solo l’ennesima dimostrazione che per la cultura a Cagliari non c’è proprio nessuna speranza…

In senso stretto, sulla questione del Teatro Lirico l’intervento di Massimo Zedda sabato al Mediterraneo non ha aggiunto né tolto nulla a ciò che già si sapeva. Secondo il sindaco (che della Fondazione è presidente) la nomina di Marcella Crivellenti alla carica di soprintendente è assolutamente valida. Non solo: per Zedda la vicenda è esemplare e dimostra come a Cagliari forze eterogenee si stiano coagulando contro quel processo di rinnovamento che la nuova giunta di centrosinistra incarnerebbe. Secondo il sindaco, non solo tutti quelli che dicono no alla Crivellenti si stanno schierando contro il cambiamento e auspicano un ritorno al passato, ma anche tutti quelli che sono contro di lui stanno usando strumentalmente questa nomina per attaccarlo. C’è chi fa il gioco degli avversari, ma ci sono anche avversari che approfittano della situazione. Così dice il sindaco.

Sotto questo aspetto, niente di nuovo. Ma l’intervento al Mediterraneo in realtà rivela politicamente ben altro.

Nella prima parte, Zedda sostanzialmente accusa i lavoratori e i sindacati di essere stati complici di quella cattiva gestione che ha fatto del Teatro di via Sant’Alenixedda un “centro di potere”. Per il sindaco, al Lirico si è assistito ad una

lunga storia costellata da frequenti agitazioni degli orchestrali e dei coristi che si dipana attorno ad un filo conduttore, e che filo, dato dal fatto che l’Ente Lirico è uno dei maggiori centri di potere in ambito locale e regionale per la valenza culturale, certo, ma soprattutto per le dimensioni della spesa, per la possibilità di assunzioni discrezionali, per gli incarichi e gli affidamenti stabiliti con disinvoltura, il tutto in un intreccio di favori fatti e ricambiati, di fettine distribuite all’insegna disaper stare al mondo, insomma un equilibrio o per meglio dire una ragnatela, una tela del ragno vischiosa di interessi di uomini e di cose che, mentre non ha contribuito all’ulteriore qualificazione dell’Ente Lirico, ne ha appesantito i bilanci in un deficit complessivo di 25.000 di euro dove ci sono 7.000.000 di esposizione nei confronti di fornitori che rischiano il fallimento.

“Assunzioni discrezionali”, “una tela vischiosa di interessi”, “intreccio di favori fatti e ricambiati”, “affidamenti stabiliti con disinvoltura”, “fettine distribuite all’insegna di saper stare al mondo”. Tutto (in parte) vero se il sindaco si fosse riferito solo alla gestione politica dell’ente, che ha conosciuto soprintendenti e direttori amministrativi capaci di pagare agenti con milioni di euro dati in contanti e di bruciare documenti all’interno degli uffici di via Sant’Alenixedda. Invece no: Zedda ce l’ha proprio con i lavoratori del Lirico. Sono loro, secondo lui, ad aver non solo contribuito, ma soprattutto beneficiato del disastro, a cui oggi lui è costretto a mettere mano. I lavoratori del Lirico non hanno la coscienza pulita, e infatti Zedda li contrappone ad altri lavoratori, quelli buoni, quelli che protestano avendo un motivo per farlo:

Ebbene, la mia solidarietà va ai lavoratori di Energit, ai precari del comune, ai lavoratori dell’Alcoa, della Carbosulcis, dell’Eurallumina, di Porto Torres ed ai tanti che quotidianamente lottano e soffrono per il posto di lavoro.E invece è quell’altro che dicevo, lo scenario in cui si colloca l’agitazione di alcuni, o più correttamente di pochi, e non tener conto dell’effettiva posta in gioco sarebbe cosa da ingenui o peggio.

Per Zedda, i lavoratori del Lirico non soffrono per niente e non hanno nessuna ragione di protestare, e se lo fanno è solo per mantenere i loro privilegi frutto della cattiva gestione che va avanti da anni. Per Zedda le vertenze simbolo della crisi sarda sono altre.

Il lungo e convinto applauso della platea dei militanti di Sel che ha suggellato questo attacco del sindaco, segna inequivocabilmente l’ulteriore distacco tra l’esperienza di questa giunta e il mondo della cultura a Cagliari. Vito Biolchini

Pubblicato il 22 ottobre 2012

 

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