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L’attenzione alle piccole cose

Creato il 24 marzo 2014 da Luisellazeri @ARCHIzonzo
Pubblichiamo oggi questa interessante riflessione propostaci dall'architetto Michela Rizzo, giovane professionista della provincia di Padova ed anima di Archi4, gruppo di progettazione e osservazione del territorio che potete seguire presso questi canali social:
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E’ strano come, a volte, i fatti, i racconti e le storie che incroci nella tua giornata si intreccino l’un l’altro, come a volerti inviare un segnale, una disperata richiesta di attenzione. E io non posso fare altro che tendere la mia mano.
I fatti sono questi: sono in macchina con una mia amica, diretta ad un corso di aggiornamento sul restauro dei beni architettonici ( primo segnale … ), e lei mi sta raccontando del suo recente viaggio a Roma. Mi racconta che si trovava a visitare le rovine sul colle Palatino, e che se non avesse avuto l’ardire di disobbedire ad un cartello di “Divieto d’accesso”, e se una guardia non l’avesse romanescamente invitata a proseguire lungo quel percorso, si sarebbe persa una bellissima domus romana, completamente affrescata e in buono stato di conservazione ( secondo segnale … ).
Prosegue il suo racconto dicendomi che una volta di fronte alla Galleria Spada, nella sua mente riaffiorano vecchi ricordi, un po’ offuscati dal tempo, dei nostri studi di storia dell’architettura e le pare di ricordare qualcosa a riguardo ad una finta prospettiva del Borromini. La mia sovversiva amica, allora, decide di entrare nel cortile e si ritrova sulla sinistra l’ingannevole opera. Tornando all’esterno si accorge che la Prospettiva era segnalata su di un piccolo cartello, mezzo nascosto da una macchina, e scarabocchiato da solerti writers di terza categoria ( terzo segnale, sempre più forte… ).

L’attenzione alle piccole cose

Le rovine sul colle Palatino - Roma

L’attenzione alle piccole cose

La finta prospettiva del Borromini - Roma

Arriviamo al corso, e la fine dell’intervento del primo relatore arriva con la citazione dell’articolo 6 del D. Lgs. 42/2004 che parla della Valorizzazione del Patrimonio Culturale ( a questo punto il segnale è udibile anche oltreoceano).
Cito: “La valorizzazione consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso , ( anche da parte delle persone diversamente abili, ) al fine di promuovere lo sviluppo della cultura. Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale ….”.
A questo punto, non posso certo ignorare oltre il segnale.
Mi chiedo se un Paese come il nostro, che di Cultura potrebbe campare e fare pure la bella vita, si trovi invece a suicidarsi di giorno in giorno per mancanza di attenzione alle piccole cose. Mi spiego meglio. Siamo tutti i giorni di fronte alla manifestazione del disfacimento del nostro patrimonio artistico ( tanto per citare due situazioni agli antipodi geografici, Pompei e la Galleria Brera, ma ce ne sarebbero altre mille ), e ci giustifichiamo dicendo che mancano i soldi, che manca l’organizzazione, ma manca l’onestà e la morale della classe dirigente. Tutto assolutamente vero. Siccome i soldi per sistemare tutto non li possiamo di sicuro trovare al mercato rionale, perché non cominciamo a dedicarci, poco, senza tanto sforzo, a quello che già abbiamo e che possiamo sfruttare? Se la Valorizzazione è la promozione della conoscenza del patrimonio culturale, ce lo vogliamo mettere un bel cartello grande che mi indica “Di qua si va alla domus romana” oppure “Se entrate di qua trovate la finta Prospettiva del Borromini” , che magari il turista incuriosito paga il biglietto per entrare, oppure entra e nota la pubblicità della qualsiasi ditta che per stare lì fa da sponsor ad altre attività di recupero e restauro. Mi rendo conto che non posso affermare che con un semplice cartello si cambia lo stato delle cose, ma da qualche parte, e con un piccolissimo sforzo economico si deve pur cominciare, anche per rispetto del nostro patrimonio. E poi, si sa, il rispetto chiama rispetto.
L’attenzione alle piccole cose. Un bel cartello non sarà mica una cosa difficile.

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