Imola 200 Miglia revival
Cantata dai poeti nei momenti precedenti feste e ricorrenze, esaltata dagli storici come pietra angolare di epiche battaglie e conseguenti vittorie o sconfitte, studiata dai filosofi ed analizzata da psicologi : l'attesa, la vigilia, gli istanti prima di un grande evento.
Sono momenti che tutti noi abbiamo vissuto e che, a prescindere dal risultato ottenuto, ricordiamo sempre con nostalgia e con emozione.
Fin da piccoli aspettavamo la vigilia delle feste e fantasticavamo sui regali che avremmo ricevuto, fremevamo prima di un appuntamento con una ragazza o un ragazzo, preparavamo mentalmente l'interrogazione o l'esame del giorno successivo.
Spesso, poi, i risultati che ottenevamo erano qualcosa di molto diverso dallo sperato, talvolta erano tutto il contrario: un maglione al posto di un robot, una telefonata "scusa ma stasera non posso, viene mia cugina a trovarmi, sai si è lasciata col suo ragazzo ...", un "... beh fossi in lei, giovanotto, tornerei al prossimo appello, vedrà sarà più sicuro di sé".
Però le vere emozioni le avevamo già provate il giorno prima, la notte prima, gli istanti prima.
Ed anche nello sport succede la stessa cosa.
Mesi, settimane, giorni di preparazione che magari svaniscono alla prima curva, alla prima staccata, magari neanche per colpa tua ma di un avversario che allunga la frenata e ti tocca; e dopo duecento metri sei li, a terra, nella sabbia, stordito, scosso, la moto a fianco rovinata.
E' tutto finito, non è andata come volevi e pensavi; ma le emozioni che hai provato gli istanti prima di salire in sella, di avviare la moto, di abbassare la visiera, quelli nessuno potrà mai gettarli nella polvere.