Magazine
Camminavo in una specie di dormiveglia verso il bagno. Era domenica mattina. Avevo dormito malissimo a causa del caldo. Ciò che vado a raccontare risale allo scorso aprile quindi immaginatevi giornate messicane terse e caldissime, di quelle che ti tolgono letteralmente l'acqua dal corpo.
La mia mente bollita si stava concentrando perché era mia intenzione farmi una doccia.
Non so come ma, ad un certo punto, udii come un gemito, una specie di ahhh!Beh, che succedeva, stavo ancora sognando?
Aprii bene gli occhi. Niente. Forse si trattava di un'allucinazione.
Però poi di nuovo: ahhh!
Questa volta ne ero sicuro. Ma chi poteva guardarsi un film porno di domenica mattina? Poi ecco giungere l'illuminazione: non era un film. I gemiti provenivano dall'appartamento del piano di sotto, quello della rentera, solo che la rentera era passata a miglior vita già da qualche giorno.
Poi la cosa crebbe di intensità. Per cinque minuti (non di più) si udirono voci e molle del letto. E poi alcune decine di bacetti succhiosi, di quelli che fanno il rumore di quando si mangia una pesca molto matura. Dalle finestre aperte giungevano gli afrori dei corpi del piano di sotto una strana mescola di deodorante e sudore.
Mi feci un caffè. Con la mente più lucida avevo le idee chiare circa l'identità dei coniglietti.
Si trattava della figlia della rentera e del suo nuovo compagno. La figlia della rentera è un personaggio noto ad Aguascalientes perché è stata reginetta della feria e poi si era trasferita a Città del Messico dove ha intrapreso la carriera di attrice di telenovelas.
Le telenovelas messicane non sono proprio da Oscar però sono seguite dalla maggioranza della popolazione che le preferisce ad altri intrattenimenti televisivi. Questo solo per dirvi che se per caso reciti in una telenovela, anche in una parte minore, diventi una celebrità.
Insomma, in poche parole, avevo appena assistito al coito di una VIP e ciò era un fatto nuovo per me.
Quello stesso giorno, verso le due del pomeriggio mi bussarono alla porta. Io indossavo braghette corte e una canottiera, credo di aver avuto i capelli spettinati perché me l'ero passata un pochino a riflettere sull'avvenire con le mani in testa.
Aprii. Davanti a me c'era lei, l'attrice.
Era altissima rispetto alla media delle donne messicane. Era un'insieme di curve e capelli neri. Il volto truccato aveva tratti marcati, credo si trattasse di fotogenicità.
Indossava stivaloni di cuoio, calze nere, minigonna e top: lo stile classico del puttanone moldavo.
Si presentò, mi disse che era la nuova proprietaria e mi diede un foglietto con il numero di conto corrente nel quale avrei dovuto depositare i soldi dell'affitto. Non so se avete fatto la conoscenza con un VIP ma questa gente emana come un'aura che sottolinea il livello sociale superiore. Parlava lentamente, scandendo bene le parole. L'effetto era irreale, sembrava stesse recitando. No, recitava proprio, come se fosse sul set di una telenovelas.
Mi disse: “Qualsiasi cosa hai bisogno io sono di sotto”.
Io sorrisi.
Mi accorsi che al suo fianco c'era il fidanzato, un uomo minuto di mezz'età dall'aria felice. Insieme sembravano una coppia di mantidi religiose; lei immensa e lui piccolino. Ci congedammo con una stretta di mano. Life, is many days, diceva Cesare Pavese.
(Continua...)