“Fare l’attore oggi? Un mestiere sempre più difficile dove i sogni, le illusioni e le aspettative s’infrangono miseramente in una realtà sempre meno attenta al mondo dell’arte…”: per questo Federica Bisegna si è divertita a scrivere un monologo brillante, ispirandosi a un testo di Aldo Nicolaj, per ironizzare sulle vicissitudini quotidiane e i vizi di Anastasia, lo stereotipo di una grande attrice “impegnata” ma che è sempre alla ricerca di un ingaggio qualunque pur di sbarcare il lunario.
E questo straordinario e divertentissimo one-woman-show Federica lo ha regalato ieri sera al numeroso pubblico accorso al largo Landolina nel cuore di Noto nell’ambito della rassegna “Atto unico” curata da Beppe Rosana che chiudeva proprio con lei i battenti dopo una settimana; Federica ha voluto un sottofondo musicale offertole dal sax soprano di Graziano Raniolo, la regia dello spettacolo era di Vittorio Bonaccorso con cui ha fondato e gestisce la compagnia “Go.Do.t”.
Novanta minuti di monologo durante il quale Federica ha interagito col pubblico, diventando anche un po’ Fregoli “con fughe dietro un separé per poi ritornare con un altro costume, un’altra lingua, trasformandosi e passando in rassegna tutta la gamma vocale di cui è capace che culmina nella canzone di Polly dall’Opera da Tre Soldi di Brecht come sottolinea il regista.
Federica dimostra un’energia inesauribile, senza un attimo di respiro, una bravura da applauso soprattutto quando riesce a far parlare, in contemporanea, la protagonista Anastasia e il sempre presente (pur non essendolo fisicamente) marito Carmelo utilizzando per lui una voce maschile e un perfetto accento dialettale ragusano; o quando canta o recita in altre lingue dal francese di Prevert al tedesco di Brecht all’inglese di Shakespeare: applausi meritatissimi per questa prova d’attrice.