L’aumento delle tariffe per i liberi professionisti e i 10 euro per le visite specialistiche spingeranno gli umbri fuori regione

Creato il 27 febbraio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Maria Rosi – Consigliere regionale Pdl

“Dopo tante promesse di non aumentare le tasse per i cittadini umbri, con l’annuncio della Regione Umbria dei soli mini-ticket da 10 euro esclusivamente per le visite specialistiche, i nostri governanti regionali, ai quali piace stupire i cittadini con gli effetti speciali, hanno deciso di aggiungere l’ennesimo, originale balzello, che entra in vigore da oggi: l’aumento delle tariffe del 29 per cento per chi svolge la libera professione”.

“In questo modo gli strateghi della Giunta regionale hanno inteso spingere gli umbri verso il privato – spiega Rosi – togliendo all’azienda sanitaria pubblica il contributo dei grandi professionisti. L’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni prevede il recupero di 10,9 milioni di euro ma – sostiene Rosi – è impensabile che si possano recuperare somme  ragguardevoli da questa scellerata operazione che, invece, otterrà l’effetto contrario, facendo diminuire la domanda interna all’azienda sanitaria”. Secondo Rosi si tratta perciò della “ennesima dimostrazione di mala gestione della sinistra che, invece di tutelare i cittadini cercando di migliorare i servizi a loro disposizione, finirà per creare disservizi. Le soluzioni alternative, secondo la Rosi, avrebbero potuto essere quella di “far pagare 1 euro di ticket sulle ricette, forse l’unica in grado di garantire il recupero di quei 10,9 milioni”, oppure “invece di mantenere
le logiche di intramoenia allargata, meglio sarebbe stato dare al medico, anche se primario o responsabile di struttura, la possibilità di svolgere direttamente l’extramoenia senza penalizzare le carriere, come avviene in altre regioni. Una scelta che avrebbe portato nelle casse della Regione dagli 800 ai 1400 euro al mese per ciascun professionista”.

Nota di redazione: nemmeno tanto tempo fa, dicevano che le famiglie non arrivavano alla fine del mese, (ricordate?) poi alla terza settimana, poi alla seconda settimana, oggi con le nuove fantasiose tassazioni del governo e degli enti locali stanno completando l’assalto alla diligenza, e  per le famiglie il mese non comincia proprio.



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