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L’autismo

Creato il 29 novembre 2014 da 19stefano55

Ho letto un libro che mi è capitato di vedere nell’elenco della narrativa americana in biblioteca. Ho trovato che il tema fosse molto attuale e l’ho posto ai lettori di consumatori ritenendo che fra un dentifricio, un profumo e una lavatrice ci possa essere lo spazio per un libro scritto semplicemente ma molto avvincente perché non è una favola!

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Foto di famiglia

“Quando ho pensato al titolo mi sembrava che non rispettassi il grave dolore e il sentimento sempre di compassione che con un termine per me più esatto definirei “passione amorosa” che si prova quando in casa nasce un figlio autistico.
Non posso parlare che di casi visti in case famiglia o stadi diversi e in riferimento ad una disciplina che ho incontrato e un po’ anche studiato nella mia vita professionale: la pet-therapy offerta nei servizi dell’agricoltura sociale.
Aziende diventate case famiglia in cui una persona autistica ha ripreso a parlare con un minimo di relazione , diventando amico di un cavallo e a volte anche di un asino, disciplina quest’ultima detta onoterapia (in effetti i dati degli ultimi anni danno un netto aumento della diffusione di allevamenti dell’asino).
Ma nel libro scritto dall’americana Sue Miller, che ha avuto successo sempre nel descrivere la vita familiare ( leggi ad es. “la Buona Madre”, suo famoso romanzo del 1987), siamo negli anni ’50, a Chicago,la capitale dell’Illinois e patria del Blues e del Jazz, una famiglia borghese, lui, psichiatra di successo, padre altero, freddo , lei mamma amorevole, di stampo cattolico , casalinga con la voglia di figli e di non essere schiava della casa.
Va tutto bene, i primi 2 figli di sesso alternato e poi un altro maschio. D’altronde pur non vivendo in una città dove le famiglie era numerose, il numero di 3 figli era considerato la norma in una situazione di agiatezza.
Ma il denaro non basta quando succede un fatto che incide come la lama di un coltello la tua percezione della vita, di come dovrebbe andare, programmata, desiderata magari con la tua metà che fino a quel momento hai pensato potesse essere complementare al tuo sogno di felicità.
Infatti il 3 figlio, Randall è autistico. Ma la famiglia Eberhardt alla fine avrà 6 figli e il destino non sarà più attento a distribuire i vari sessi perché nasceranno dopo Randall , tre femmine.
Nella realtà, qui siamo ad un romanzo molto reale in verità, una famiglia numerosa e con molte figlie femmine (forse sarò tracciato di conservatorismo) può essere la miglior speranza per i genitori, poi ogni caso è a sè.
Ma lo psichiatra che dovrebbe sostenere anche psicologicamente gli altri componenti della famiglia è proprio quello che non accetta il figlio.
Lo vorrebbe mettere in Istituto mentre lei vuole che sia come gli altri, senza differenza, nulla del clima della famiglia deve cambiare.
Ma in realtà i figli respireranno un’aria di tensione, di assenza del padre e in certi piccoli fatti quotidiani (ad es. l’acquisto e il numero di biglietti per certe manifestazioni 6 o 7?) si noterà la spaccatura del pensiero della mamma e della paura del giudizio degli altri del padre.
Le tre femmine venute al mondo dopo verrà apostrofate dal padre come extra in quanto volute solo dalla madre a dimostrazione che lei partorisce anche figli sani e che la vita può essere comunque felice.
Come condizionerà questo giudizio dello psichiatra sulle figlie divenute grandi?
Che fine farà Randall? Scopritelo voi, il libro seppur drammatico affronta senza cuoricini eventi comunque complessi e che in tempo di welfare crisi possono anche da noi (450 milioni nella legge di stabilità rimessi dopo manifestazioni di disperazione e con copertura solo per 1 anno) rappresentare un dramma sociale.

chicago



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